Quella che vi stiamo per raccontare è la meravigliosa storia di un legame speciale e profondo, che va oltre i limiti del tempo, tra una donna, Antonella, e la sua indimenticabile gatta di nome Miù.
Nel cuore della notte tra il 3 e il 4 novembre 1994, sotto un violento temporale, Antonella sentì un incessante miagolio provenire dal giardino di casa sua.
«In quattro anni non avevo mai visto un gatto lì e qualche mese prima avevo pensato di adottarne uno, ma ero frenata dall'allergia di mio figlio».
Il ritrovamento di un minuscolo micino
Il mattino seguente, due vicini la chiamarono: avevano trovato una piccola gatta nera e cercavano qualcuno che potesse accoglierla.
«Era bellissima e piccolissima, ma non potevo tenerla. Mio figlio era allergico».
Tuttavia, incoraggiata dai vicini, Antonella decise di darle una possibilità. «Appena la portai a casa, si addormentò sul divano, rilassata. Già sentivo che era speciale».
Un amore più forte delle difficoltà
Il figlio di Antonella, nonostante le allergie, si affezionò immediatamente alla gattina, che venne chiamata Miù. «Era dolcissima, un amore. Non faceva quasi rumore, solo un piccolo miagolio».
E poi avvenne il miracolo: dopo una settimana, l'allergia alla gattina scomparve. La decisione era presa: la dolce micia dal manto nero sarebbe rimasta con loro.
«Veniva con noi in vacanza, nel suo trasportino. Durante il viaggio miagolava senza sosta, ma poi, una volta arrivati, si adattava subito. Bastava che ci fossi io».
La gatta si dimostrò un'ombra fedele per Antonella, consapevole delle sue emozioni:
Antonella, proprietaria di Miù Se piangevo, asciugava le mie lacrime con la sua ruvida linguetta. Se urlavo, saltava sul tavolo per calmarmi.
Miù, una mamma gatta esemplare
Miù divenne anche madre. «Per il suo primo parto, ha avuto un solo cucciolo, un micio nero con una macchia bianca sul petto. Venne chiamato Scheggia, data la sua velocità nel dileguarsi!
Ma la famiglia continuò a crescere: poco dopo, Miù diede alla luce altri tre gattini:
«Mamma gatta, durante lo svezzamento del piccolo, rimase di nuovo gravida impedendomi la sterilizzazione. Nacquero così altri tre micetti. Mi trovai ad avere 5 gatti per casa. Ma la mia gioia si era quintuplicata, se avessi potuto, li avrei tenuti tutti!».
Passammo il travaglio zampa nella mano, un momento che non dimenticherò mai!
Antonella dovette affrontare la difficile decisione di dare i gattini in adozione, ma Miù e Scheggia restarono sempre con lei. «Erano il mio mondo».
Il dolore della perdita e un addio speciale
Quando Scheggia morì a 17 anni, Miù ne soffrì profondamente. «Passò due mesi a piangere giorno e notte rifugiandosi nell'armadio».
Con il tempo, anche la sua salute peggiorò. Antonella fece tutto il possibile per starle accanto negli ultimi giorni: «Dormivamo zampa nella mano, io le parlavo e lei mi rispondeva stringendo la zampa nel mio dito».
Il 27 agosto 2014, Miù se ne andò tra le braccia della sua umana.
Nell'attimo in cui si divincolò da me, mi lasciò il suo primo e ultimo graffio. Un ultimo saluto.
La sera, dopo averla seppellita, Antonella alzò gli occhi al cielo e disse: «Chissà dove sarà ora la mia piccola Miù. In quell'attimo una velocissima stella cadente attraversò il cielo. Sono sicura che era lei per farmi sentire che ancora mi ascoltava e che a suo modo mi era vicina».
Un amore che va oltre il tempo
La storia di Antonella e Miù è la testimonianza di come l'adozione di un animale possa trasformare una vita. «Mai nessuno mi ha amata come lei. Nessuna sarà mai la mia dolce ed unica Miù».
Un amore puro, che supera le difficoltà, la distanza, le false credenze sui gatti neri e perfino il tempo.
Grazie Antonella per aver condiviso con noi la tua bellissima storia di adozione ❤️