Un viaggio lungo e pieno di emozioni, iniziato con una fuga improvvisa e terminato con un abbraccio che ha commosso tutti.
È la storia di Kim e del suo adorato gatto Philip, smarrito a Roma e ritrovato dopo un mese di ricerche incessanti grazie al lavoro straordinario di un’unità cinofila e di tanti volontari dal cuore grande.
Una nuova vita, una nuova città… e una fuga inaspettata
Appena trasferita da Monaco a Roma, Kim, una donna coreana dal carattere forte e determinato, si trovava ad affrontare una nuova fase della sua vita.
Accanto a lei c’era Philip, un bellissimo esemplare di gatto Exotic Shorthair, abituato a uscire anche nella sua vecchia casa. Il 26 marzo, però, Philip si è smarrito nel nuovo quartiere, spaventato probabilmente dalla presenza di un cane. Disorientato dagli odori sconosciuti di una città immensa si è allontanato, rendendo da subito complicate le ricerche.
La mobilitazione: cani da ricerca, volontari e tanto amore
Il 5 aprile, l’Unità cinofila di Vallagarina, con Claudia Cavalleri e Mirko Tomasi, è arrivata a Roma con i loro fedeli cani Sole e Clay.
Dopo i primi tentativi senza successo, sono tornati il 20 aprile, seguendo nuove tracce e affinando la mappa degli spostamenti del micio. Le volontarie locali, coordinate a distanza, hanno tappezzato i quartieri di volantini e avvisato le “gattare” della zona.
Il 23 aprile, la svolta: Liliana, una volontaria che nutre i gatti di strada, avvista un micio sconosciuto nascosto sotto un’auto. Grazie ai volantini, collega subito l’avvistamento a Philip e chiama i soccorsi. In pochi minuti, Claudia, Mirko e Kim si precipitano sul posto: è davvero lui.
Philip riconosce la voce di Kim e, nonostante un momento di panico che lo fa allontanare di nuovo, a tarda sera finalmente si ricongiungono.
Un lieto fine che scalda il cuore
Il viaggio dal Trentino a Roma, la fatica, le lacrime e la speranza non sono stati vani. Dopo 30 giorni esatti dalla scomparsa, Philip è tornato a casa.
Il merito va a Kim, che non ha mai smesso di crederci, ai cani da ricerca, ai volontari, all’ambasciata indiana, all’ospedale psichiatrico Villa Giuseppina e a tutte le persone che hanno contribuito a scrivere il lieto fine di questa meravigliosa storia d’amore tra un gatto e la sua umana.