L’idea di poter portare un animale domestico all’interno di una struttura ospedaliera potrebbe sembrare insolita, ma in realtà è una pratica che sta guadagnando consensi.
In alcune situazioni specifiche, i cani possono entrare in ospedale (soprattutto quelli da terapia) per fornire supporto emotivo ai pazienti. Tuttavia, le norme variano a seconda delle regioni e delle strutture sanitarie. Vediamo insieme quali sono le regole, le eccezioni e gli esempi concreti che si possono trovare sul territorio italiano.
I cani possono entrare in ospedale: cosa dice la legge?
Le normative relative all’ingresso dei cani negli ospedali variano da regione a regione e da struttura a struttura. In generale, gli ospedali italiani non permettono l’accesso agli animali domestici per motivi igienico-sanitari. Tuttavia, esistono delle eccezioni per i cani guida e i cani da supporto emotivo, anche chiamati cani da pet therapy.
Cani guida: sempre ammessi
Secondo la legge italiana, i cani guida per non vedenti hanno diritto di accesso in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, compresi gli ospedali.
Questo diritto è sancito dalla Legge n. 37 del 1974, che garantisce la libertà di movimento per le persone non vedenti accompagnate da un cane guida.
Cani da terapia e supporto emotivo
Oltre ai cani guida, esistono altre categorie che possono entrare in ospedale, ma solo in specifiche circostanze.
I cani da terapia, conosciuti anche come cani da pet therapy, sono utilizzati per aiutare i pazienti in cura, offrendo un supporto emotivo e migliorando il loro benessere psicofisico. Tuttavia, l’accesso di questi animali non è sempre automatico e deve essere autorizzato dall’ospedale.
La pet therapy è una pratica sempre più riconosciuta anche in ambito medico. Gli studi dimostrano che l’interazione con gli animali può aiutare i pazienti a rilassarsi, ridurre lo stress e persino abbassare la pressione sanguigna. Questo è particolarmente utile per i pazienti che stanno affrontando malattie gravi o lunghe degenze in ospedale.
Gli ospedali italiani e l’ingresso dei cani: le regole principali
Per capire se i cani possono entrare in ospedale, è fondamentale esaminare le linee guida che molte strutture sanitarie adottano. Anche se i regolamenti possono variare, ci sono alcuni punti comuni che ritroviamo in molte regioni italiane.
Norme igienico-sanitarie
Uno dei principali motivi per cui l’ingresso dei cani negli ospedali è spesso vietato è legato alle norme igienico-sanitarie.
Gli ospedali sono luoghi dove il rischio di infezioni è alto, e la presenza di animali potrebbe aumentare questo rischio. Per questo motivo, molti ospedali vietano l’accesso agli animali nelle aree più sensibili, come sale operatorie o reparti di terapia intensiva.
Autorizzazione speciale per cani da pet therapy
In alcuni ospedali, però, l’ingresso dei cani da pet therapy è consentito previa autorizzazione speciale.
Questi animali sono addestrati per interagire con i pazienti senza compromettere la sicurezza igienica dell’ambiente ospedaliero. Gli interventi di pet therapy sono solitamente programmati e seguiti da professionisti qualificati.
Cani in ospedali: esempi regionali
In alcune regioni d’Italia, sono stati implementati programmi che permettono l’ingresso dei cani in ospedale. Vediamo alcuni esempi:
- Lombardia: In alcune strutture ospedaliere, come l’Ospedale Niguarda di Milano, sono stati avviati progetti di pet therapy per i pazienti pediatrici. Questo programma consente ai bambini di interagire con gli animali in ambienti controllati, favorendo il recupero psicologico e emotivo.
- Emilia-Romagna: A Bologna, l’Ospedale Sant’Orsola ha introdotto un progetto che prevede la visita dei cani da terapia ai pazienti oncologici, con risultati positivi nel miglioramento del benessere generale dei malati.
- Toscana: L’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese ha avviato un programma di pet therapy per i pazienti pediatrici e geriatrico, dimostrando l’impatto positivo che gli animali possono avere sul recupero dei pazienti.
I principali casi in cui i cani possono entrare in ospedale:
- Cani guida: sempre ammessi, secondo la legge italiana.
- Cani da pet therapy: ammessi solo con specifica autorizzazione, per interventi di supporto emotivo.
- Cani per pazienti oncologici: in alcune regioni, possono essere utilizzati per migliorare il benessere psicologico dei pazienti.
- Esemplari per pazienti pediatrici: progetti in regioni come la Lombardia e la Toscana prevedono l’interazione dei bambini con i quattrozampe.
- Reparti limitati: in nessun caso i cagnolini possono accedere a reparti sensibili, come terapia intensiva o sale operatorie.
Benefici psicologici e fisici
Uno dei principali vantaggi della presenza dei cani in ospedale è il miglioramento del benessere psicologico. La compagnia degli animali può ridurre i livelli di ansia e depressione nei pazienti, offrendo loro un supporto emotivo fondamentale. I nostri fedeli amici aiutano i pazienti a distrarsi dal dolore e dalle preoccupazioni legate alla malattia, migliorando così la loro qualità di vita durante la degenza.
Oltre agli effetti psicologici, la pet therapy ha anche benefici fisici. Ad esempio, nei pazienti pediatrici, il contatto con Fido può stimolare una maggiore interazione fisica, aiutando i bambini a rimanere attivi e motivati durante la riabilitazione. Anche per gli anziani, la pet therapy può essere uno stimolo a mantenere una certa mobilità.
L’ingresso dei cani negli ospedali italiani non è una pratica diffusa a livello nazionale, ma in alcune strutture e in specifiche circostanze, come la pet therapy, è possibile.
I cani guida sono sempre ammessi per legge, mentre per gli esemplari da terapia occorre una speciale autorizzazione. Grazie ai numerosi benefici psicologici e fisici che gli animali possono offrire, è probabile che vedremo un aumento di iniziative legate alla pet therapy in Italia nei prossimi anni.