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Ebbene sì, esistono i cani dottori!

© Happy monkey / Shutterstock

I cani dottori esistono! Ecco i medical detector (Intervista)

Di Francesco Reina Assistente Veterinario

aggiornato il

I cani reagiscono alla percezione olfattiva di cellule tumorali e possono prevedere crisi diabetiche o epilettiche. Ecco come nascono i cani dottori!

Risale ormai a quasi 20 anni fa un articolo apparso sul British Medical Journal (una delle più importanti riviste mediche del mondo), in cui veniva pubblicato uno studio scientifico che dimostra come i cani siano in grado di distinguere i campioni di urina e fiato provenienti da pazienti affetti da tumore alla vescica o dalle vie respiratorie rispetto a quelli di pazienti sani.

Il rigore scientifico con cui erano stati condotti gli esperimenti aveva rivelato un’accuratezza del risultato veramente elevata tanto che lo studio è diventato il progetto pilota di una nuova forma di addestramento per i cani.

Essi vengono preparati a diventare dei medical detector, cioè dei cani dottori in grado di captare le cellule tumorali ancora prima dei test clinici.

Le applicazioni cliniche: cani dottori anti-cancro, diabete ed epilessia

Questa scoperta rivoluzionaria ha metaforicamente scoperchiato un “vaso di Pandora” in ambito medico: parallelamente alle evidenze in oncologia si è osservato anche che alcuni cani che vivevano accanto a persone affette da diabete o epilessia cominciavano ad agitarsi poco prima dell’arrivo di una crisi.

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L’ipotesi che subito ha preso piede (e poi confermata) era costituita dal fatto che essi fossero in grado di captare modifiche nell’odore o sudore dei loro proprietari al manifestarsi della fase acuta della patologia.

Ciò è tanto più vero se pensiamo che era già noto che gli animali “sentono” le nostre emozioni (rabbia, paura, serenità) perché anche il nostro odore si modifica a seconda dello stato d’animo che proviamo.

A questo punto, in molti Paesi europei, Stati Uniti e Canada, sono nate associazioni con lo scopo di formare ed addestrare cani medical detector anche in ambito diabetologico e neurologico, in modo da creare condizioni di vita più sicure per i pazienti e garantire loro una migliore qualità della vita.

Come vengono addestrati i cani medical detector?

Abbiamo parlato con Erica Garbelli, addestratrice cinofila professionista, per capire meglio come funziona l’addestramento di questi straordinari cani.

Ciao Erica, ci puoi raccontare un po’ più nel dettaglio quali sono le fasi dell’addestramento?

«Ciao e ancora grazie per l'intervista perch l'argomento mi sta particolarmente a cuore dato che anche io sono diabetica! 

Parlando dei cani DAD (Da Allerta Diabetica) bisogna partire da due presupposti, l'olfatto spiccato e l'abitudine al contatto con l'uomo.

Come sappiamo il naso dei nostri amici a quattro zampe è estremamente sviluppato, molto più di quello umano; pertanto una gran parte del nostro lavoro consiste nel far sì che il cane riconosca un campione di saliva proveniente da un paziente in crisi ipoglicemica. Ciò è possibile perché l'odore emesso dal corpo e dal fiato di una persona affetta da questa patologia cambia sensibilmente al manifestarsi della crisi

Se è in grado di individuarlo riceve un premio (un biscotto o un giocattolo o coccole) cosicché ripeterà il comportamento con sempre maggiore motivazione ed accuratezza.

Tuttavia solo questa parte non è sufficiente: infatti, una persona che si trovi in stato di necessità, soprattutto se vive da sola, ha bisogno di ricevere il kit per la misurazione della glicemia, un succo di frutta o il telefono per chiamare i soccorsi.

Se invece si tratta di un bambino il cane dovrà essere in grado di avvisare i genitori, comportandosi in modo specifico.

Noi utilizziamo lo stesso meccanismo del rinforzo positivo, cioè il premietto, ogni volta che il cane esegue il compito stabilito. Come potete vedere, occorre quindi non solo che l'olfatto sia indotto alle funzioni che ci sono utili, ma serve anche che il cane abbia un ottimo rapporto con l'uomo e sia abituato a convivere con esso anche in condizioni stressanti.

Ma c'è di più: la sua naturale tendenza ad “attaccarsi” al suo amico umano deve essere messa da parte al momento del bisogno. Infatti se il paziente riceve in casa dei soccorsi, gli addetti devono poterlo curare senza che il cane sia aggressivo o oppositivo nei loro confronti».

E... per i cani anti tumorali ed anti epilessia?

«Il meccanismo è lo stesso: le cellule tumorali umane emanano un odore molto specifico rispetto al resto del corpo e il sudore di un paziente in crisi epilettica segue la stessa regola.

Che sia quindi un campione di cellule dell'uno o dell'altro tipo, il cane sarà sempre invogliato a riconoscerlo e a comportarsi di conseguenza per poter, ad esempio, avvisare i familiari così da proteggere la persona in caso di convulsioni

In ambito ospedaliero, vengono raccolti i campioni di urina o fiato dei pazienti da sottoporre al test: essi sono poi fatti annusare dai cani insieme ad altri campioni provenienti da pazienti sani: in questo modo viene garantita la certezza del risultato

E aggiungo che la precisione e precocità di diagnosi sono davvero soddisfacenti, anche se ovviamente il paziente viene comunque sottoposto a tutti gli esami clinici del caso».

Parlando di stretta attualità, sai se questo tipo di addestramento può essere utilizzato per il riconoscimento del Covid-19?

«Ti sorprenderà ma la risposta non solo è affermativa, ma aggiungo che alcuni cani sono già stati impiegati allo scopo.

Secondo il meccanismo che abbiamo descritto, all'aeroporto di Helsinki-Vantaa, sono stati addestrati e hanno preso servizio alcuni cani che fiutano i passeggeri in arrivo e reagiscono se essi sono affetti da Covid.

Essi sono in grado di individuarli anche se la malattia è ancora in fase quiescente o asintomatica! In questa evenienza l'eventuale passeggero viene indirizzato ad un centro per l'esame diagnostico vero e proprio.

Inoltre, un aspetto molto positivo, è che il viaggiatore può subire un test molto meno stressante ed invasivo di un tampone molecolare con una accuratezza anche maggiore!

E aggiungo che la precisione diagnostica supera quella dell'esame PCR in cui viene cercata la replicazione del virus in tempo reale!».

Che dire...possiamo solo ringraziare Erica per averci illustrato questo aspetto dei nostri amici cani che non finiscono mai di proteggerci e stupirci!

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