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Strongilosi polmonare nel cane che tossisce

Scopriamo insieme sintomi e cura della strongilosi polmonare nel cane.

© sanjagrujic / Shutterstock

Cause e cura della strongilosi polmonare nel cane

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

La strongilosi polmonare nel cane è causata da un parassita. Per questo con un po' di attenzione può essere evitata. Ecco cosa bisogna sapere. 

La strongilosi polmonare nel cane è un disturbo causato da un’infestazione parassitaria che colpisce l’animale. I segni di questa patologia sono per lo più respiratori.

Se Fido ingerisce un mollusco, infestato dalle larve di strongili (vermi tondi) sarà a sua volta infestato. Vediamo insieme come prendersi cura di un animale colpito da questo tipo di disturbo e, soprattutto, come prevenirlo!

Cause della strongilosi polmonare

La strongilosi polmonare nel cane è una malattia parassitaria causata dai strangili polmonari.

I cani si infestano consumando ospiti intermedi che ne ospitano a loro volta le larve (allo stadio L3).

Tali larve, una volta nell'intestino del cane, sono in grado di migrare nei linfonodi addominali dove maturano in larve L4 e L5 e poi migrano attraverso il flusso linfatico e sanguigno verso il cuore destro e l'arteria polmonare, dove poi si sviluppano da adulti.

Gli adulti depongono poi le uova che vengono trasportate dal flusso sanguigno nei piccoli capillari dei polmoni dove rilasciano le larve L1 negli alveoli.

Queste larve vengono poi espettorate e inghiottite ed eliminate nelle feci, contaminando così l'ambiente.

Strongili polmonari: cosa sono?

Gli strangili polmonari sono parassiti che infettano cani e gatti e, se non trattati in tempo, possono rivelarsi anche fatali.

Si tratta di vermi tondi (nematodi) che, come detto, depongono le uova nel bronchioli e alveoli provocando sintomi prevalente respiratori.

I principali strangili sono

  • Capillaria
  • Troglostrogylus
  • Angiostrongylus vasorum

La diffusione del parassita

La malattia (e dunque il parassita) è diffusa in tutta Europa. Ne ritroviamo nel seguenti Paesi:

  • Italia
  • Francia
  • Spagna
  • Germania
  • Svizzera
  • Grecia
  • Regno Unito
  • Danimarca

La strongilosi polmonare nel cane

La strongilosi polmonare nel cane può colpire esemplari di tutte le età e razze, ma in linea di massima possiamo dire che si tratta di una condizione più comunemente diagnosticato negli esemplari giovani.

Vediamo di seguito quali ne sono i sintomi e come viene effettuata la diagnosi.

I sintomi

I sintomi più comuni della strongilosi polmonare nel cane sono respiratori e sono causati dalla presenza di uova e larve L1 nei piccoli capillari dei polmoni e negli alveoli.

Tosse, difficoltà respiratorie (dispnea) e respirazione rapida (tachipnea) sono spesso riportati. Sono stati descritti anche casi di pneumotorace.

I disturbi della coagulazione accompagnano frequentemente questa condizione e possono causare lo sviluppo di ecchimosi, petecchie, ematomi o emorragie patologiche.

Sono stati riportati anche disturbi neurologici o oculari.

Diagnosi di strongilosi

La diagnosi viene effettuata attraverso una serie di esami come analisi del sangue e radiografie.

Gli esami del sangue nell'angiostrongilosi mostrano spesso cambiamenti non specifici, secondari all'infiammazione o alla coagulopatia associata all’infestazione.

È disponibile un test antigenico che può essere eseguito su un semplice campione di sangue, ma la sua sensibilità è imperfetta.

I cambiamenti della radiografia del torace sono variabili: si può vedere una discreta opacizzazione interstiziale e bronchiale, ma spesso progredisce verso una più marcata opacizzazione alveolare.

Cardiomegalia sul lato destro, versamento pleurico o pneumotorace si incontrano, invece, più raramente.

La diagnosi definitiva si basa sull'identificazione delle larve del parassita. Questo può essere fatto negli escrementi eseguendo un prelievo di feci fresche o una coproscopia di Baermann.

Strongilosi: cura e prevenzione

Il trattamento si basa principalmente sulla somministrazione di un farmaco antiparassitario.

Le molecole più spesso utilizzate per questo trattamento sono il fenbendazolo (orale), la moxidectina (transcutanea) o la milbemicina.

Nei casi in cui la coagulopatia è presente e causa segni clinici pericolosi a breve termine (ad esempio, emorragia neurologica o polmonare), la trasfusione di plasma fresco o sangue (completo) può essere utile.

La somministrazione di ossigeno è indicata quando le difficoltà respiratorie sono marcate.

La prognosi di recupero dipende dalla gravità dei segni al momento della diagnosi. Quando questi sono da lievi a moderati la prognosi è buona.

In caso di infestazione massiva o di una sintomatologia importante i primi trattamenti richiederanno probabilmente la degenza dell’animale all’interno della clinica o dello studio veterinario.

Per prevenire questo tipo di infestazione sono disponibili in commercio compresse antiparassitarie che possono tenere Fido alla larga da questo tipo di infestazioni.

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Articolo revisionato da:

francesco-reina




Francesco Reina
Assistente veterinario

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