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La leucodistrofia colpisce i gattini nei primi mesi di vita.

© Pixabay

Cos'è e come riconoscere la leucodistrofia del gatto?

Di Flavia Chianese Zootecnica

aggiornato il

Con il termine leucodistrofia del gatto e del cane si intende una classe di malattie ereditarie. Vediamo di cosa si tratta.

La leucodistrofia nel gatto si manifesta quando è ancora cucciolo, e si accompagna a sintomi piuttosto gravi ed evidenti che tendono a peggiorare nel tempo.

Paralisi, debolezza e scoordinazione del movimento sono alcuni segnali che potrebbero indicare l’insorgenza di questo disturbo nel nostro amico a quattro zampe. 

Andiamo a scoprire nello specifico di cosa si tratta.

Cos’è la leucodistrofia del gatto?

La leucodistrofia comprende un insieme di disturbi rari che si manifestano già nelle prime settimane di vita del nostro gatto; è dunque una forma infantile.

La varietà dei sintomi, però, non la rende di facile identificazione e per questo molto spesso viene diagnosticata in uno stadio già avanzato.

Tutti i tipi di leucodistrofia hanno un aspetto comune: esse sono caratterizzate dalla formazione difettosa della mielina. Quando la causa è genetica, come nelle leucodistrofie, si parla di malattie dismielinizzanti

L’altra classe di malattie simili che interessano la mielina (es. sclerosi multipla) sono di tipo acquisito, e qui il sistema immunitario attacca e distrugge questa sostanza: vengono distinte dalle precedenti identificandole come demielinizzanti.

Cos’è la mielina?

La mielina è un importante sostanza lipidica (è composta al 70-80% da lipidi e dal 20-30% da proteine), indicata anche con il nome di sostanza bianca.

Essa svolge una funzione protettiva e isolante nei confronti degli assoni dei neuroni, le cellule del sistema nervoso.

Grazie a questa membrana, il segnale elettrico viene trasmesso correttamente e alla giusta velocità. 

La perdita di mielina, o la sua non produzione lascia gli assoni “scoperti”, e questo con il tempo comporta una degenerazione dei nervi periferici: le conseguenze si ripercuoteranno su tutto il corpo, come se l’animale non fosse in grado di controllarlo. 

Leucodistrofia a cellule globose o Malattia di Krabbe

Come abbiamo detto, con il nome di leucodistrofia intendiamo un insieme di disturbi, che sono anche fortemente dipendenti dalla razza e dal singolo animale.

Una tipologia particolarmente significativa è la leucodistrofia a cellule globoidi. 

La malattia di Krabbe differisce dalle altre in quanto l’insufficiente produzione mielinica è dovuta ad un’incapacità ereditaria di produrre alcuni enzimi fondamentali (galattosilceramidasi), piuttosto che per una mutazione genetica.

Sfortunatamente la leucodistrofia a cellule globose è sempre letale, ma il tuo veterinario potrà comunque aiutarti a capire come puoi prenderti cura del tuo gatto man mano che la malattia avanza.

Sintomi della leucodistrofia del gatto: 

  • Debolezza e perdita di coordinazione;
  • Anomalie nell’andatura, mentre corre o cammina;
  • Tremore;
  • Paralisi.

I sintomi possono variare e manifestarsi in modo più o meno severo a seconda di come si manifesta in particolare nel nostro gatto (o nel nostro cane). 

Diagnosi di leucodistrofia

La diagnosi è difficile, sia per il tipo di disturbo, sia per la rarità con cui si manifesta, ed è dunque necessario poter escludere altri tipi di malattie legate al sistema nervoso.

Normalmente il neurologo veterinario, potrà servirsi di alcuni strumenti diagnostici per l’identificazione:

  • La risonanza magnetica può confermare ed evidenziare il processo di dismielinizzazione;
  • Studio della conduttività dei nervi;
  • Test di screening.

Esiste un test per diagnosticare precocemente anche la distrofia a cellule globose.

Tuttavia ricordiamo che è un disturbo raro, perciò andrebbe effettuato prima dell’adozione, solo se si hanno sospetti, magari perché qualcuno dei fratellini della cucciolata ha avuto questo disturbo. 

Trattamento della leucodistrofia del gatto

Purtroppo non esiste un trattamento risolutivo per questo disturbo. La malattia purtroppo ha un carattere degenerativo e tenderà a peggiorare con l’avanzare del tempo.

Nonostante ciò esistono delle cure che possono essere somministrate per attenuare i sintomi e per migliorare la qualità della vita del nostro amato Micio.

Una terapia riabilitativa può inoltre essere utile per rallentare il decorso patologico.

Consultate il vostro veterinario per scegliere la soluzione più adatta: ricordiamo, infatti, che ogni caso può essere diverso dall’altro, e perciò anche la terapia può variare.

Prima viene diagnosticato questo disturbo, più potranno essere efficaci i trattamenti perciò non esitate, e sottoponete quanto prima il gatto ad un parere medico, soprattutto in caso di malattie che causano problemi di movimento e che potrebbero portare il vostro gatto a ferirsi involontariamente.

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