Di leggende sui gatti, al mondo, ce ne sono diverse. Ma perché tutti raccontano di vicende che hanno come protagonista il gatto?
Radicate nel patrimonio culturale dei popoli, le leggende, come i proverbi sui gatti, sono impregnate di tantissimi significati che incuriosiscono.
E lo fanno ancor di più se hanno come protagonisti i micetti, animali misteriosi per eccellenza.
La storia dei gatti e la spiritualità del potere magico
L’atteggiamento del gatto, da sempre, è stato definito come schivo, distante e poco socievole.
Questo, però, ha dato origine alla narrazione di leggende sui gatti e miti che ne esaltano vicende particolari, in cui, il protagonista felino viene descritto come irraggiungibile dall’uomo, misterioso, tanto da diventare una sua divinità.
Leggende egiziane sui gatti
Ebbene sì, i gatti sono stati amati fin dalla notte dei tempi. Quando le antiche civiltà egizie lo adoravano perché protettore del focolare, della fecondità, della famiglia e delle donne, ma anche della guerra.
Il forte legame degli egizi con i gatti, era simboleggiato dalla raffigurazione della dea Bastet, per metà donna e metà gatto.
Leggenda buddista sui gatti
La concezione che associa i poteri magici dei gatti alla guarigione e all’aldilà viene confermata anche in altre leggende provenienti dall’Asia.
Qui il gatto era rispettato e considerato l’accompagnatore delle anime dopo la morte e si credeva, come narra l’antica leggenda buddhista sui gatti, che questi incarnassero l’anima pura, illuminata.
Il gatto nel Medioevo
Ma le leggende sui gatti non narrano sempre di un punto di vista positivo su di loro. Dal Medioevo, infatti, poiché il gatto era considerato come un discendente delle streghe, è nata l’idea che fosse un essere malvagio e demoniaco a contatto con gli inferi, da cui era meglio tenersi alla larga.
Ecco alcune delle leggende sui gatti più conosciute, provenienti da tutto il mondo. Buona lettura!
La leggenda biblica dell’arca di Noé
Durante il diluvio universale, Noé e i suoi animali accoppiati sulla barca a protezione della loro riproduzione, dovettero vedersela con i topi che, infatti, a differenza degli altri animali presenti a bordo si riproducono velocemente.
Noé non sapeva più come contenere tale copiosa riproduzione. La leggenda dice che chiedendo aiuto a Dio, questi lo aiutò facendo nascere, dallo starnuto di un leone, due gatti che fecero ritrovare la pace all’interno della barca.
La leggenda della M sui gatti
Il tipico gatto tigrato, soriano, è il protagonista di una leggenda di origine religiosa che spiegherebbe il perché, questo esemplare, sul suo pelo, abbia una M disegnata sulla testa.
La versione cristiana della leggenda narra che alla nascita di Gesù Cristo, nella capanna di Betlemme, oltre il bue, l’asinello e altri animali, vi fosse una gatta incinta che, casualmente, partorì lo stesso 25 dicembre.
Dopo essersi presa cura dei suoi piccoli, la gatta fu spinta a mettersi accanto Gesù bambino per riscaldarlo e per ringraziamento la Madonna nell'accarezzarla, le lasciò questa “emme” sulla testa.
La "M" del gatto per i musulmani
Per i musulmani, invece, la “emme” del gatto soriano, presente sulla testa è da collegare ad un evento che ha come protagonista Maometto.
Costui in procinto di vedersela con un serpente, fu salvato da un gatto che uccise il serpente per difendere il Profeta. E per ringraziare il suo salvatore, nell'accarezzare, gli lascia una macchia a forma di “emme” sulla testa.
Gatto Angora Turco: la leggenda
Tra le varie specie di gatti, quella dell’Angora Turco dal pelo bianco viene considerata molto importante in Turchia, poiché si crede che il padre della nazione, K. Ataturk, molto caro al popolo turco, vi si fosse reincarnato dopo la sua morte.
Un’altra leggenda, sempre di origine turca, associa all’Angora Turco, il potere magico di realizzare i desideri di chi glieli sussurra al suo orecchio.
Le leggende sui gatti e i salici
Da una credenza polacca, invece, deriva la leggenda che narra che un giorno i salici andarono in soccorso di una mamma gatta alla quale il suo proprietario aveva gettato i gattini nel fiume.
I salici allargarono i loro rami verso il fiume facendo in modo che i gattini si arrampicheranno e potessero salvarsi.
Da allora, sui rami di ogni salice quando fioriscono, si forma una peluria bianca a ricordare il pelo dei gatti.
La gatta innamorata di Esopo
Il celebre scrittore greco Esopo narra di una gatta innamorata di un giovane e per porterlo conquistare fu trasformata in donna dalla dea Venere.
Il giovane si innamorò della bella donna. La dea però volle mettere alla prova la donna e vedere se era cambiata non solo nell’aspetto ma anche nel carattere.
Fu così che lanciò un topo in una stanza, alla sua vista la donna iniziò a corrergli dietro per catturarlo: il carattere non era certo cambiato, era rimasto sempre quello di una gatta.
La morale della favola vuole insegnare come i malvagi di spirito non cambiano carattere, anche se riescono a cambiare aspetto.
Leggende sui gatti neri e citazioni
Se per alcuni il gatto nero porta sfortuna, un’antica leggenda francese narra le vicende di Matagot, uno spirito sotto le sembianze di un gatto nero, che porta fortuna a coloro che lo ospitano a casa. Matagot, sembrerebbe regalare a colui che gli offre il cibo direttamente dal suo piatto, fortuna, salute e una moneta d’oro ogni mattina.
Oltre le tante dicerie sui gatti neri, c’è anche chi si è divertito a prendere in giro queste leggende, creando aforismi e frasi sui gatti neri.
Si narrano queste e altre leggende metropolitane sui gatti, sulla loro salute o comportamento. È opinione personale crederci o meno, ma è sempre un piacere stare ad ascoltare questo tipo di racconti.