Come nutrire un gattino? La scelta dei croccantini per gattini piccoli è una questione che interessa sia i proprietari novellini che quelli con già tanta esperienza.
Dare del cibo per gatti non adatto, carente a livello nutritivo può risultare essere negativo da più punti di vista, in modo particolare quando si tratta di un gattino. Come succede per i bambini, infatti, ognuno vuole il meglio per la salute fisica e il benessere del proprio micio.
Cibo secco vs cibo umido
A livello nutritivo la differenza tra il cibo umido e quello secco riguarda la percentuale di proteine in essi contenuti.
Il secco si può definire il cibo completo del gatto (o del cane) mentre l’umido è un cibo più ricco di acqua e più gustoso. Se da un lato il cibo secco può bastare a se stesso, il fatto che manchi di un’alta componente di acqua che fa venir sete può intaccare generando effetti negativi sulla salute dell’animale.
In linea generale si tende a parlare di cibi complementari per gatti, riferendosi ai cibi umidi che integrano l’apporto nutritivo già ampiamente offerto dal secco.
In merito alla questione delle razioni e della frequenza per dare del cibo umido ai gatti vi sono varie scuole di pensiero che, a grandi linee, concordano tutte sul dare porzioni ridotte di cibo umido una o al massimo due volte alla settimana, all’incirca, e di offrire ai gatti di ogni età una dieta di base che usa sempre croccantini da misurare in base al peso e alle esigenze nutrizionali di ogni singolo gatto.
Il gatto si sa che mangia poco e spesso durante il corso della giornata e i croccantini sono un ottimo alleato di questa sua abitudine alimentare poiché sono del cibo secco e si conservano di più, anche all’interno della ciotola del gatto, aiutano il gatto anche nella prevenzione di problematiche legate alla salute dei suoi denti - ripulendo la dentatura da eventuali residui di cibo umido-, forniscono un apporto nutriente ottimale e costituiscono un alimento completo.
Come scegliere i croccantini per gattini piccoli?
Raggiunto il momento dello svezzamento, dopo circa 40 giorni di vita, i gattini piccoli potranno iniziare a mangiare alimenti diversi dal latte materno.
Abitualmente si tende ad integrare la dieta del micio con croccantini per gattini piccoli inizialmente inumiditi in acqua o brodo e poi offertogli a secco, senza dimenticare di riporre acqua fresca e pulita.
Ma su cosa si basa la scelta dei croccantini per gattini piccoli?
Focalizzando l’analisi sulla qualità delle crocchette che si vendono comunemente nei supermercati o in negozi specializzati per animali, è importantissimo conoscere bene le etichette riportate sulla confezione per poter scegliere i migliori croccantini Kitten per gatti cuccioli.
L’età del gatto è un fattore determinante, infatti, bisognerà optare per croccantini che riportino sulla confezione l’etichetta Kitten e che siano specifici per gatti che non hanno ancora compiuto il primo anno di età.
Questo è importante perché le percentuali degli ingredienti in essi contenuti sono diversi da quelli presenti nei croccantini per gatti adulti.
Come leggere le etichette dei croccantini per gatti?
La normativa europea (CE 767/2009) sancisce la nomenclatura della tabella nutrizionale, o dei componenti analitici presenti nei croccantini dei gatti.
Le percentuali degli ingredienti che compongono il cibo secco dei gatti è costituito da proteine, grassi grezzi, fibre grezze, cereali, e altri ingredienti che però, sempre in merito alle leggi vigenti, i produttori non sono tenuti, obbligatoriamente, a segnalare.
Le proteine presenti nei croccantini per gattini piccoli devono essere almeno al 35%, i grassi grezzi, invece, sono importanti a livello energetico e la loro percentuale dipende dalle stesse esigenze alimentari del gatto.
Troppi grassi, almeno per i gatti adulti, potrebbero generare un aumento di peso deleterio per la sua salute. Le fibre grezze solitamente contenuti tra il 2,5% e il 5%, poco digeribili, sono importanti per aiutare la digestione del gatto. In natura questa componente alimentare della dieta del gatto viene ricercata ad esempio mangiando dell’erba gatta.
Le ceneri grezze, ossia i sali minerali, che non devono superare il 7% poiché, nel caso specifico dei gatti, potrebbero causare calcoli alla vescica.
Un prodotto di qualità si basa sulla presenza o meno di un’alta percentuale di carboidrati, che però, i produttori di cibo commerciale, non sono tenuti ad indicare. Per tali ragioni un ottimo consiglio è quello di chiedere al proprio veterinario di fiducia che da esperto può aiutare nella scelta dei croccantini e cibo umido per gatti.
Quanti croccantini dare ai gattini piccoli?
Si ha solitamente la tendenza a riempire la ciotola del gatto di croccantini una o al massimo due volte al giorno. Ma questo non è il modo corretto per nutrire un gattino.
Infatti, i cuccioli di gatto è pur vero che devono avere sempre a disposizione del cibo ma è da preferire pasti piccoli suddivisi nell’arco della giornata.
Croccantini per gatti piccoli fatti in casa: ricetta
Un’ulteriore possibilità è quella di produrre croccantini per gatti fatti in casa utilizzando proteine, integratori di sali minerali, fibre e nessun tipo di carboidrati per prevenire la salute del gatto. Naturalmente bisognerà approfondire le varie percentuali necessarie affinché il gatto riceva i giusti nutrimenti.
La preparazione è molto facile, basterà mischiare gli ingredienti, tra cui petto di pollo, riso, una carota o piselli, erba gatta e integratori di sali minerali e grassi, in un mix e cuocere in forno a 160°C.
L’unica differenza rispetto ai croccantini per gatti presenti in commercio sarà dovuta alle tempistiche di conservazione, leggermente ridotte, poiché i croccantini fatti in casa mancheranno di conservanti.
La scelta del cibo per gli animali è responsabilità imprescindibile quando si decide di adottare un gattino piccolo o un cucciolo di cane. Che gli si dia del cibo umido o fatto in casa, o delle crocchette, quel minuto in più passato a leggere le etichette può fare la differenza sulla salute, a lungo periodo, e sulle aspettative di vita del nostro amico a quattro zampe.
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Articolo revisionato da:
Francesco Reina
Assistente veterinario