Da un gesto quotidiano come spazzolare il proprio cane, può nascere un progetto imprenditoriale? Per Giulia e Alessandro sì.
La loro Fattoria La Rocca sui Monti Sibillini, nelle Marche, è diventata un laboratorio dove il pelo di cani e gatti prende nuova vita, trasformandosi in calde sciarpe, cappelli e maglioni. Un’idea che unisce amore per gli animali, sostenibilità e tradizione artigianale.
L’arte della filatura applicata al sottopelo dei quattro zampe
Tutto è iniziato con Asaki, il cane adottato da Giulia e Alessandro da un canile di Macerata. Una muta eccezionale ha lasciato loro due chili di sottopelo, troppo preziosi per essere gettati via.
Da lì, il passo verso la creazione di filati non è stato breve, ma è diventato la base di un’attività unica in Italia: filare il sottopelo di cani e gatti.
La Fattoria La Rocca è oggi un punto di riferimento per chi desidera dare una seconda vita al pelo dei propri animali domestici. Utilizzando arcolai tradizionali e macchinari canadesi specializzati, Giulia e Alessandro hanno saputo coniugare passione per l’artigianato e innovazione.
Una comunità che cresce tra amore per gli animali e sostenibilità
Oggi il progetto ha superato i confini locali: le richieste arrivano da tutta Italia e dall’estero. La particolarità? Ogni gomitolo è personalizzato con il nome e la foto del cane o del gatto di riferimento.
Non mancano nemmeno le commissioni per capi finiti, realizzati a mano da artigiane locali. La filatura del sottopelo segue i principi dell’economia circolare, recuperando fibre altrimenti destinate ai rifiuti. E oltre al lavoro sui filati, La Rocca organizza corsi di filatura e tintura naturale, e custodisce nel suo Museo della Lana la memoria di un sapere antico che oggi rivive grazie anche agli amici a quattro zampe.
Quella di Giulia e Alessandro non è solo una storia di imprenditorialità, ma un esempio concreto di come l’amore per gli animali e il rispetto per l’ambiente possano intrecciarsi con l’artigianato e la creatività.
La loro attività, nata quasi per caso, oggi rappresenta un modello di sostenibilità e riscoperta delle tradizioni. In ogni filo c’è una storia personale, un legame speciale tra persone e animali che prende forma e calore, trasformandosi in qualcosa di unico e duraturo.
Un messaggio forte che ci ricorda quanto sia possibile costruire valore a partire da ciò che troppo spesso viene scartato.