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Un cane e la sua padrona

Cani e gatti avrebbero importanti benefici per le persone over 50

© SeventyFour / Shutterstock

Avere un cane o un gatto potrebbe rallentare il declino cognitivo negli anziani, secondo uno studio

Di Ilenia Colombo Redattrice | Community Manager | Traduttrice

Pubblicato il

Un nuovo studio suggerisce che vivere con un cane o un gatto rallenterebbe il declino cognitivo negli adulti over 50.

Uno studio pubblicato a maggio 2025 sulla rivista Scientific Reports ha analizzato i dati di oltre 18 anni di monitoraggio cognitivo su adulti over 50.

Conclude che avere un cane o un gatto potrebbe avere un ruolo protettivo contro il declino cognitivo legato all'età.

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I risultati mostrano che i proprietari di cani presentano una migliore memoria immediata e differita, mentre i proprietari di gatti mostrano una migliore fluidità verbale e una memoria differita più preservata. Nessun miglioramento simile è stato osservato nei possessori di uccelli o pesci, né nelle persone senza animali domestici.

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I ricercatori avanzano diverse ipotesi per spiegare queste differenze: secondo Adriana Rostekova, dell'università di Ginevra, cani e gatti hanno effetti benefici sull'essere umano favorendo una forma di stimolazione sociale che potrebbe contribuire a mantenere le funzioni cognitive più a lungo.

Le interazioni indotte da un cane durante la passeggiata, o semplicemente la compagnia offerta da un gatto, avrebbero un ruolo simile a una rete sociale nell'arricchimento della vita quotidiana.

Al contrario, animali come pesci o uccelli, pur essendo spesso benefici per il morale, sarebbero meno associati a un legame emotivo duraturo, in parte a causa della loro aspettativa di vita più breve. I ricercatori notano anche che alcuni uccelli possono disturbare il sonno dei loro proprietari, il che potrebbe a sua volta impattare negativamente sulla salute cerebrale.

Queste conclusioni suggeriscono che gli animali domestici, in particolare cani e gatti, potrebbero essere integrati nelle politiche pubbliche a favore dell'"invecchiamento attivo". Gli autori dello studio raccomandano di facilitare l'accesso all'assicurazione sanitaria animale per gli anziani, o ancora di incoraggiare la creazione di alloggi per anziani compatibili con la presenza di un animale.

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