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Scopri dove possono entrare i cani di piccola taglia.

© Pixabay

Ecco dove possono entrare i cani di piccola taglia

Di Clara Amodeo Redattrice

aggiornato il

Siete proprio sicuri di sapere dove possono entrare i cani di piccola taglia? Scopriamolo insieme in questo articolo!

I cani di taglia piccola possono entrare nei musei? E nei supermercati? In generale, la domanda che i proprietari di cani si fanno più spesso è “dove possono entrare i cani di piccola taglia?”.

Purtroppo, la legge italiana è molto frammentaria su questo tema e per trovare una risposta bisogna spulciare dentro a carte che riportano le decisioni non solo nazionali ma anche comunali e che riguardano, dunque, ogni singolo comune italiano.

In questo articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, partendo da un presupposto importante: a essere dirimente nella scelta di fare entrare o meno un cane in uno spazio aperto al pubblico non è la sua grandezza, ma una serie di condizioni cui tanto il padrone quanto i commercianti devono prestare grande attenzione.

Quello che dice la legge su dove possono entrare i cani di piccola taglia (e non solo)

Come dicevamo, per capire esattamente dove possono entrare i cani di piccola taglia (ma anche quelli di taglia più grande) dobbiamo fare lo “slalom” tra leggi e codici emanati dai più disparati enti nazionali.

Regolamento di polizia veterinaria

Iniziamo dal testo che più di tutti ha dato un’indicazione precisa sul tema, ossia il regolamento di polizia veterinaria. 

Quest’ultimo vieta l’ingresso di animali domestici solo nei locali dove si preparano, manipolano, trattano e si conservano gli alimenti (come le cucine).

Ministero della Salute

Non solo. Su questo punto, infatti, è intervenuto anche il Ministero della Salute con due note: al loro interno si chiarisce che, se il regolamento comunale non dispone diversamente, è possibile far entrare il cane nei supermercati a condizione che il titolare dell’esercizio commerciale prenda precauzioni per evitare il contatto tra l’animale e gli alimenti (si pensi a quelli venduti sfusi nel reparto ortofrutticolo).

L’ingresso dei cani negli altri negozi

Cosa succede, invece, in bar, ristoranti, pizzerie, pub, paninoteche e lounge bar?

In Italia non esiste un divieto assoluto di accesso degli animali da compagnia in questo tipo di locali, dove di certo avviene la somministrazione di alimenti, ma non si tratta delle sopracitate cucine.

Pertanto, in questi casi, l’esercente commerciale è libero di adottare la politica che preferisce, consentendo o vietando l’ingresso ai cani.

Eppure, nonostante non ci si possa opporre se il proprietario del locale chiede di lasciare l’animale al di fuori del proprio locale, è bene fare attenzione alla presenza o meno del cartello di divieto di ingresso. 

Se esso è assente, infatti, il proprietario del cane avrebbe tutto il diritto di rivendicare l‘ingresso del proprio pelosetto all’interno dei locali sopra indicati.

A tal proposito, la legge di riferimento è la 281/1991 (“Legge quadro in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo”) che segue l’art.83, lettera d) del Decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954 n.320, (il già citato regolamento di polizia veterinaria) e sostanzialmente dice che gli animali possono accedere a qualunque luogo pubblico o esercizio pubblico, salvo che non venga segnalato il divieto con apposito cartello.

L’ingresso dei cani nei luoghi pubblici

Per cercare di mettere un po’ di ordine in materia nel 2010 il Ministero del Turismo e l’Anci – Associazione nazionale comuni italiani – pubblicarono il testo di un’ordinanza tipo sul libero accesso di cani e animali d’affezione in strutture pubbliche e luoghi aperti al pubblico.

Da allora molte città, province e regioni hanno adottato regolamenti che favoriscono l’accesso di cani e gatti alle strutture pubbliche (uffici pubblici, ristoranti, mezzi di trasporto, in alcuni casi anche ospedali e strutture sanitarie come in Emilia Romagna, o le stesse spiagge pubbliche del Friuli Venezia Giulia) purché i cani siano tenuti al guinzaglio e, all’occorrenza, indossino la museruola.

Altri Comuni, invece, si sono mostrati meno sensibili ai diritti degli animali e dei loro padroni, ponendo divieti assoluto di accesso, salvo per i cani-guida dei non vedenti.

Allo stesso tempo, poi, il divieto d’accesso rimane inalterato per tutti quei luoghi comunali definiti “sensibili” in quanto frequentati da persone che possono facilmente contrarre malattie veicolate dai pelosetti: parliamo degli asili, delle scuole e delle case di riposo per i quali rimane in vigore quanto è stato sancito dal Reg. Ce 852/2004 che vieta espressamente l’ingresso agli animali domestici in tutti quei luoghi in cui vengono preparati o conservati alimenti.

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