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come vendere un gatto

Scopriamo come vendere un gatto a norma di legge!

© Unsplash - @Cong H

Cosa dice la legge sulla vendita dei gatti?

Di Anna Paola Bellini Redattrice | Traduttrice

Pubblicato il

Se si sta pensando di commercializzare un gatto è necessario farlo correttamente. Scopriamo come vendere un gatto secondo la legge. 

Se si desidera vendere un gatto, è essenziale essere al corrente delle ultime leggi in materia per evitare qualsiasi violazione. È fondamentale comprendere le nuove normative e imparare come prendersi cura del cucciolo fino al momento della vendita.

Per questo motivo, oggi scopriamo insieme come vendere un gatto a norma di legge!

Cosa dice la legge italiana sulla vendita dei gatti

Che si sia degli allevatori certificati, o si decida di vendere dei gatti di una cucciolata perché non si è in misura di poterli tenere, prima di mettere in vendita degli esemplari ci sono alcune norme che è necessario conoscere.

Le specificità italiane

Diversamente da alcuni paesi stranieri, in Italia la vendita di animali di razza, che sia in negozio o in allevamento è possibile. Stesso discorso per dei professionisti o amatori: quindi se la vostra gatta ha fatto dei cuccioli in casa è possibile venderli senza problemi.

Il Decreto legislativo

Il Decreto legislativo n. 529/92 del 30 dicembre 1992 stabilisce le norme per la commercializzazione degli animali di razza. Qui si può leggere che non è possibile in nessun caso la vendita di esemplari senza pedigree come «animali di razza».

Questo vuol dire che è possibile la vendita di esemplari senza pedigree, ma che non è legale dichiararli come appartenenti a una determinata razza se questa non è attestata in una dovuta documentazione.

Se non si rispetta questa normativa si rischia una sanzione che va dai 10.000 ai 60.000 euro.

Come ottenere il pedigree?

La domanda naturale che segue la normativa è quindi: come si ottiene il pedigree? Questa parola indica il certificato di iscrizione ai Libri Genealogici (emesso dall’Associazione Nazionale Felina Italiana - ANFI), in cui viene precisata l’appartenenza dell'esemplare a una determinata razza.

Sul pedigree sono inoltre precisati i dati anagrafici di proprietario, allevatore e si precisa la genealogia del cucciolo. Per ottenere questo documento è necessario registrare obbligatoriamente i cuccioli al Registro Origine Italiano (ROI).

A quale età si vendono i cuccioli di gatto?

gattino fa la linguaccia
Un cucciolo deve essere venduto solo dopo lo svezzamento materno.© Unsplash-@Manki Kim

Se si sceglie di vendere dei cuccioli di gatto, e si sia in possesso della madre, è necessario attendere la fine dello svezzamento dei gattini, che avviene solitamente dopo 2-3 mesi.

Per i gatti, così come per qualsiasi altro cucciolo, è essenziale trascorrere del tempo con la madre. Questo periodo non è solo importante perché i cuccioli devono essere nutriti adeguatamente, ma anche perché è grazie alla madre che imparano a interagire con gli esseri umani e a usare la lettiera. Si tratta di un periodo prezioso per acquisire abitudini fondamentali.

In generale, possiamo dire che non esiste un momento preciso in cui sarebbe ideale vendere un gatto. Talvolta, si potrebbe decidere di cedere anche un gatto anziano se non si può più prendersene adeguatamente cura.

Come vendere un gatto in modo etico

Quando si tratta di vendita e adozioni di animali, spesso sorge (quasi spontaneo) il dilemma seguente: se sia etico pagare per portare a casa il tanto desiderato cucciolo. La vita di nessun essere vivente dovrebbe avere un prezzo e molti concordano sul fatto che fare del bene significhi adottare un animale bisognoso anziché optare per l’acquisto di uno di razza.

Gli allevatori vedono la questione da un'altra prospettiva. Se per "vendere" si intende sfruttare i cuccioli per arricchirsi, allora la risposta è chiaramente negativa. Ma questo non riflette l'approccio di un allevatore serio che ama genuinamente gli animali. Questi professionisti vedono il loro lavoro come una missione volta a preservare le razze, a garantire la salute e il benessere degli animali, piuttosto che una mera transazione economica.

I documenti indispensabili

Al di là del pedigree al momento della vendita del gatto sono necessari altri documenti che attestino lo stato di salute di Micio, ma non solo:

  • Il pedigree. Come visto questo documento ha valore legale. Nel nostro paese gli unici pedigree riconosciuti sono quelli dell’ANFI e della FIFE. A seconda dell’esemplare il costo del pedigree può variare dai 10 ai 30 euro.
  • Il passaggio di proprietà del gatto. Questo documento attesta la proprietà dell’esemplare. Sempre registrato presso l’ANFI, il suo costo si aggira intorno ai 15 euro.
  • Il test FIV e FeLV dei genitori se il cucciolo è troppo piccolo o dell’esemplare stesso nel caso si tratti di gatti adulti.
  • Il libretto sanitario con le vaccinazioni del gatto, ricordando che non è possibile vendere o cedere i cuccioli in possesso di una sola vaccinazione o prima dei tre/quattro mesi di vita.

Specificità legate alla razza (e non solo)

Per alcune razze di gatti, sono previsti test obbligatori come il test per il rilevamento della cardiomiopatia ipertrofica primaria (HCM) per i Maine Coon, ad esempio che ne sono frequentemente affetti. Per il Selkirk, è richiesto il test per il rilevamento del rene politeistico nel gatto (PKD).

Nel caso di femmine in stato di gravidanza, sono necessarie ecografie, controllando attentamente fegato e reni. Queste precauzioni sono essenziali per garantire che i cuccioli nascano sani e che i futuri proprietari possano avere la tranquillità di portare a casa un animale in buona salute.

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