La congiuntivite nei gatti si cura in diversi modi: pertanto, chiedersi quale sia la migliore terapia è riduttivo per le diverse cause che possono portare a questa malattia oculare.
Di certo possiamo dire che la congiuntivite del gatto ha due tipi di cura: quella naturale, anche casalinga, e quella artificiale, dovuta all’assunzione di medicine specifiche.
Prima di andare a vedere dunque qual è la cura per la congiuntivite del gatto, è bene fare una premessa: in questo frangente delicato della vita di un micio è assai importante potersi riferire al proprio veterinario di fiducia in modo che possa trovare con voi la cura migliore al disturbo del vostro pelosetto. Vediamo dunque insieme di cosa si tratta.
Che cos'è la congiuntivite?
La congiuntivite è l’infiammazione di una delle mucose dell'occhio, ovvero la membrana che lo ricopre e la parte interna delle palpebre, detti anche congiuntiva, ossia il rivestimento dei tessuti dell'occhio.
Nonostante i sintomi siano più o meno sempre gli stessi, le cure dipendono dalla causa che ha portato a tale infiammazione dell'occhio.
Perché nasce la congiuntivite?
La congiuntivite può sorgere nel gatto per i più svariati motivi, dall’esposizione a una sostanza irritante all’allergia verso un nuovo detergente della casa, da un colpo di freddo al contatto con agenti patogeni ma, nella maggior parte dei casi, avviene a causa di virus e batteri.
Nei casi più gravi è dovuta dalla Clamydia o dall’herpes, ma, in generale, i sintomi della congiuntivite nei gatti sono:
- gonfiore, tanto che l’animale fa fatica a mantenere gli occhi completamente aperti;
- rossore delle mucose e delle membrane della palpebra;
- lacrimazione;
- sfogo, con, nelle maggior parte dei casi, produzione di materiale purulento;
- nei casi più gravi, strabismo, dovuto al gonfiore dell’area oculare;
- affanni respiratori, la cosiddetta fame d’aria.
La congiuntivite del gatto è contagiosa?
La congiuntivite del gatto si trasmette all’uomo, ma solo limitatamente ad alcune situazioni e, soprattutto, con specifiche cause.
In generale, tutte le congiuntiviti batteriche mettono a rischio specialmente alcune categorie di persone (bambini, anziani), e una delle forme più contagiose è la Clamidia.
Allo stesso tempo, come tutte le malattie virali o batteriche, tale patologia dell'occhio è contagiosa all'interno della stessa specie, ma è facilmente trasmissibile anche ad un cane, seppure con una forma di congiuntivite più lieve.
Come curare la congiuntivite nei gatti?
Come abbiamo accennato poco sopra, ci sono due modi per curare la congiuntivite nei gatti.
Rimedi naturali per la congiuntivite del gatto
La prima cura a questa malattia oculare è quella naturale, con soluzioni acquistabili in negozio sia elaborabili in casa.
Gli impacchi, per esempio, possono essere effettuati impiegando un tessuto morbido o del cotone inumidito in acqua tiepida, camomilla, timo o calendula, oppure inzuppando alcune garze prima in acqua calda e poi in quella fredda.
Se si vuole optare per l’omeopatia allora ci si deve informare su colliri a base di:
- Euphrasia officinalis (per la congiuntivite acuta con lacrimazione);
- Apis mellifica (per le secrezioni mucose);
- Mercurius solubilis (per le secrezioni mucose-purulente abbondanti).
A questo è bene aggiungere un’alimentazione adeguata per rinforzare il sistema immunitario e la cura dell’igiene di occhi e pelo del gatto: per farlo è possibile usare una soluzione fisiologica e una garza sterile.
I farmaci contro la congiuntivite del gatto
I farmaci, invece, che devono essere prescritti dal veterinario, si dividono in due grandi categorie: quelli a uso topico e quelli a ingestione.
Nel primo caso parliamo di creme, gocce, unguenti da applicare direttamente sull’occhio: solitamente si tratta di antibiotici e antistaminici.
Nel caso in cui l’infezione fosse virale o comunque particolarmente violenta, è possibile optare per una cura per la congiuntivite del gatto basata un’assunzione orale di farmaci antivirali: nella pappa se da assumere a stomaco pieno, attraverso una piccola siringa senza ago se l’ingestione è a stomaco vuoto.
Infine, in casi di congiuntivite “aggressiva” (come quella accompagnata da rinotracheite infettiva, caliciviròsi felina e Clamidia) esistono vaccini specifici, in genere accorpati in una somministrazione polivalente.
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Articolo revisionato da
Francesco Reina
Assistente veterinario