Bimbi e cuccioli fanno spesso tenerezza, ciò dipende dall'evoluzione: devono infatti suscitare istinti di cura e protezione. Ma perchè allora qualche volta ci capita di volerli strapazzare oltremisura?
Cos’è la “cute aggression”?
Lo studio, intitolato It’s so Cute I Could Crush It!: Understanding Neural Mechanisms of Cute Aggression è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Behavioral Neuroscience dalla ricercatrice Katherine Stavropoulos.
La ricerca, però, è stata dapprima avviata dall’università di Yale: l’autrice Oriana Aragon, ha dimostrato che, alla vista di un cucciolo o di un bimbo, oltre all’istinto di accudimento e una scarica di energia positiva, infatti, emergono anche impulsi quasi aggressivi.
Presi da una sorta di urgenza, ci sentiamo spinti a mordicchiare, stringere, pizzicare le guance del piccolo e giocherellare con lui. La duplicità di queste emozioni viene definita cute aggression.
A cosa serve la cute aggression?
La ricercatrice Katherine Stavropoulos della University of California – Riverside si è chiesta se questo istinto così comune fosse o meno collegato a determinate attività nel nostro cervello. Il test da lei effettuato, ha previsto il coinvolgimento di 54 partecipanti, a cui è stato chiesto di indossare un casco dotato di elettrodi per monitorare l’attività cerebrale: nel frattempo venivano mostrate loro delle foto raffiguranti bimbi e cani, con diversi "gradi di tenerezza".
In sostanza quando viviamo sensazioni intense, il nostro organismo attiva anche una risposta contraria, in modo da aiutarci a tornare in uno stato di equilibrio e di calma con maggiore facilità.