Un branco di cani può definirsi come una società a cui appartengono più di due esemplari.
Al suo interno, il gruppo presenta una gerarchia e un’organizzazione ben stabilita su cui si fonda il concetto di collaborazione e aiuto reciproco, proprio come una famiglia.
Perché è importante conoscere come socializzano i cani tra loro? L’attitudine naturale del cane a seguire le dinamiche del gruppo sono riprodotte anche nella relazione che questo animale domestico ha con il suo padrone.
Infatti, proprio facendo leva su questo suo profondo senso di appartenenza, il padrone può educare il suo cane nel migliore dei modi. Vediamo come.
Come socializza il cane?
Nel corso dei secoli la struttura sociale del cane ha subito delle trasformazioni radicali e significative, a seguito delle sua convivenza con l’uomo.
Se in una certa misura è possibile fare un paragone con l’organizzazione dei branchi dei lupi, loro progenitori, nello specifico il modo in cui il cane agisce nel gruppo-famiglia è differente.
La comunicazione non è per nulla basata su rapporti di dominanza e sottomissione violenti e tirannici, e né tanto meno su rapporti di forza.
La loro è una società organizzata pacificamente e basata sul rispetto reciproco. Il gruppo sta insieme perché ha legami affettivi intimi o di parentela.
L’aggressività non viene dimostrata, come si può pensare, con morsi o lotte all’ultimo sangue, ma sono i comportamenti rituali a stabilire l’equilibrio. Com'è il comportamento dei cani in gruppo? E come capire chi è il capobranco?
Il branco di cani e la loro gerarchia
Per il nostro Fido domestico (quello seduto proprio ora accanto a noi), il rapporto gerarchico è stabilito con il suo padrone e gli altri membri della sua famiglia umana, a cui il cane dimostra tutta la sua fedeltà e rispetto, obbedendo e regalando quella compagnia così unica e vera.
Per i cani randagi, invece, la gerarchia del branco viene stabilita tra simili e ha come fine ultimo quello di far sentire tutti i membri che ne fanno parte sicuri, perché “l’unione fa la forza” e aumenta la difesa in caso di attacchi al proprio territorio.
Protetti, perché insieme è più facile trovare il cibo, che significa dunque sopravvivere e sostenersi a vicenda.
La gerarchia che vige nell'organizzazione sociale di un branco di cani si fonda sulla suddivisione di ruoli e ranghi da rispettare.
L'importanza di avere un capobranco
Il capobranco è l’esemplare guida, a cui portare rispetto, da cui prendere esempio e di cui fidarsi nel momento del bisogno.
Non è raro che, perdendo il capobranco, un gruppo di cani possa ritrovarsi allo sbando perché incapace di prendere le giuste decisioni e di agire strategicamente per la difesa del proprio territorio.
Chi è il capobranco per i cani?
In generale si tratta di un cane adulto, maschio e dominante. Ma vi sono dei casi in cui al comando vi è una femmina alfa o una coppia, la cui prole, ad esempio, è in maggior numero rispetto alle altre coppie presenti all'intero del gruppo.
Al capobranco vengono concessi dei privilegi, come il poter mangiare per primo il cibo trovato o l’accoppiamento, per tener in vita la specie.
Da un punto di vista caratteriale, il leader del gruppo è un cane forte, sicuro di sé, impavido, generoso e protettivo.
Quando il leader viene sfidato...
Quando succede che in un gruppo di cani il leader venga sfidato da esemplari più giovani o rivali con le stesse sue caratteristiche di forza e leadership, avvengono con processi rituali che definiscono la dominanza e il potere di un esemplare sull'altro, stabilendo chi è il nuovo capo.
La sottomissione a pancia all’aria, l'abbaiare, il ringhiare e altri comportamenti non verbali di sfida (coda dritta, sguardo fisso, eccetera) sono alcuni esempi di ciò che avviene in questi scontri.
Nonostante questi episodi, però, ogni membro è poi reintegrato nel gruppo e una volta sottomesso dall'altro, si ritrova ad occupare il suo ruolo e rango nel rispetto del leader che ha provato a surclassare.
Il cane e l’uomo capobranco
Il modello di dominanza che vige tra i cani in branco è utilizzato dai nuovi metodi di educazione cinofila per addestrare senza ricorrere alla paura o all’intimidazione.
Per potersi far riconoscere alla stregua di un ottimo capobranco, il padrone del cane deve assumere un atteggiamento coerente e chiaro. Deve sapere comunicare e riconoscere i comportamenti di Fido, con empatia, deve dimostrarsi capace di saperlo calmare e rassicurare, quando necessario.
In questo modo - e grazie anche all’aiuto prezioso di un educatore professionista -, il padrone potrà gestire al meglio il suo cane in situazioni di pericolo - controllando la sua aggressività -, durante l’interazione con altri cani (ad esempio passeggiando al parco) e con altri umani, al di fuori della cerchia familiare in cui vive il cane.