Tutti abbiamo bisogno di staccare la spina per qualche settimana, almeno una volta l’anno. Ma se si convive con una tigre domestica, la domanda “a chi lasciare il gatto quando si va in vacanza”, non può restare senza risposta.
Ecco perché abbiamo preparato qualche consiglio, in pieno stile Wamiz, su come risolvere questo problema. Tenendo sempre bene a mente che per noi umani una vacanza è un’occasione di relax, ma per Micio l’esperienza può essere stressante se non organizzata a dovere. Ecco perché bisogna sempre chiedersi se portare il gatto in vacanza o lasciarlo a casa.
Vado in vacanza a chi lascio il mio gatto?
Ogni anno, che sia per le vacanze di Natale, la settimana bianca o ancora il periodo estivo, partire in vacanza quando si è proprietari di un animale comporta una serissima responsabilità.
Prima ancora di prenotare, infatti, bisognerebbe riflettere a dove o a chi lasciare il gatto quando si va in vacanza. Naturalmente, la soluzione non è universale e dipende dalle condizioni dell’animale e del suo carattere. Vediamo insieme qualche consiglio nel dettaglio.
Le soluzioni possibili
Se si deve partire in vacanza, ci sono diverse soluzioni per capire a chi lasciare il gatto, a seconda della personalità del gatto e del periodo di tempo in cui dovrà stare da solo.
- Per brevi periodi organizzare la casa a dovere;
- Affidare Micio a qualcuno a pagamento;
- Organizzare delle visite di un cat sitter.
L’ideale forse sarebbe che un amico o un membro della famiglia (insomma una persona con il gatto ha già avuto a che fare, che conosce e apprezza) si trasferisca nell’appartamento per poter badare all’animale.
Conoscendolo, Micio si sentirà a suo agio, rimarrà nel suo ambiente quindi questo aiuterà a mantenere la calma e trascorrere del tempo con un altro essere umano conosciuto gli permetterà di vivere la situazione con uno stress che riesce a controllare.
Per quanto tempo lasciare il gatto da solo?
Questa è la prima grande domanda alla quale rispondere quando si parte in vacanza. E anche in questo caso, bisogna prendere in considerazione diversi aspetti.
Se ci si assenta per un fine settimana, è di solito possibile lasciare il gatto a casa da solo per 48 ore (cioè due giorni e una notte), soprattutto se si dispone di una fontanella per l’acqua e un distributore di cibo automatico. Attenzione però, alcuni esemplari sopportano molto bene la solitudine per due o tre giorni, mentre altri possono essere stressati dal "vuoto" e dal cambiamento improvviso della routine.
Se ci si assenta per un massimo di 10 giorni, non bisogna lasciare il gatto da solo. In generale, se si sta via per non più di 10 giorni, è meglio lasciare il gatto nel suo ambiente, magari con qualcuno che Micio conosce che venga a casa per nutrirlo, pulire la lettiera e farlo giocare.
Se invece ci si assenta per un periodo più lungo, consigliamo di spostare il gatto da casa (optando per una pensione, una famiglia, ecc.) se non potete trovare qualcuno che si trasferisca fisicamente nel suo ambiente (perché sì, non bisogna dimenticare che è sempre meglio lasciare la vostra piccola palla di pelo nel suo ambiente).
Il cambio di ambiente per il gatto
Optare per lasciare il gatto nel suo ambiente può essere comodo per noi padroni, ma anche utilissimo per Micio. Questo perché il cambiamento di routine e di luogo richiedono un grande sforzo di adattamento da parte del gatto. Non bisogna dimenticare infatti che i felini sono creature abitudinarie, molto legate al loro ambiente e alla loro routine quotidiana.
Nel loro ambiente, i gatti hanno il loro odore, i loro giocattoli, il loro cibo: tutti i loro punti di riferimento. Micio conosce ogni angolo, ogni oggetto, ogni suono, tutti gli stimoli presenti hanno un significato per lui: può prevedere e controllare il suo ambiente. Le fonti di stress sono minime, il gatto è in uno stato di benessere quando si trova a casa sua.
Se all'improvviso si trova immerso in un nuovo ambiente di cui non conosce né gli odori né i suoni e non può momentaneamente prevedere né controllare nulla: questa è una situazione di massimo stress per Micio che può reagire in maniera aggressiva, essere depresso o agire con quelli che noi umani interpretiamo come “dispetti”, ma che sono solo dei modi di comunicare un disagio.