Tutti noi amanti dei gatti, conosciamo bene la morbidezza delle loro dita e dei loro cuscinetti: un gatto polidattile ne ha di più rispetto ad un gatto normale e questo già basta per farceli adorare!
Purtroppo non è sempre stato così: questa particolare condizione è piuttosto comune nel mondo (in particolare negli Stati Uniti, nel Sud-Ovest dell'Inghilterra e nel Galles), ma meno in Europa a causa di un vero e proprio “sterminio” che risale ai tempi del Medioevo.
Secondo le credenze dell’epoca, il gatto polidattile era ritenuto l’animale prediletto dalle streghe, e perciò fu “bandito” dal continente.
Che significa polidattile?
La Polidattilia del gatto è una malformazione ereditaria congenita, ovvero presente sin dalla nascita e trasmissibile alla prole. Questa si può manifestare nei gatti così come in molte altre specie, compresi il cane e l’uomo.
Una maggiore incidenza di questa anomalia si riscontra nella razza Maine Coon (circa 40%).
Come si chiama la condizione opposta?
La condizione opposta è nota con il nome di sindattilia (assenza di una o più dita).
Quante dita hanno i gatti normalmente?
- 5 dita in ciascuno degli arti anteriori
- 4 dita negli arti posteriori
La particolarità del gatto polidattile è che questo può avere fino a sette dita per ogni zampa, dunque 2-3 in più!
Solitamente la coppia di zampe anteriori e quelle posteriori presentano dita in egual numero, di rado la condizione si manifesta solo negli arti posteriori.
La polidattilia crea problemi al gatto?
La condizione di polidattilia non è invalidante per l’animale: inizialmente potrebbe avere difficoltà a camminare e ad arrampicarsi correttamente, ma lo spirito di adattamento ha la meglio sulla malformazione.
Esiste un’unica condizione che potrebbe rendere più grave quest’anomalia, ed è l’ipoplasia radiale genetica felina associata a polidattilia: qui le dita extra sono corte e contorte sulle zampe del gatto anteriori, perciò provocano maggior disagio al felino.
Il gatto polidattile ha...un'arma in più!
Da un punto di vista pratico, in realtà, per un gatto polidattile un dito in più equivale ad avere…un’arma in più! Le piccole prede che il gatto polidattile ama cacciare non avranno scampo, specie se è presente tra le dita sovrannumerarie il “pollice opponibile”: grazie a questo, il nostro “super-gatto” potrebbe essere in grado di afferrare facilmente oggetti (o prede) anche con una sola zampa!
Unico inconveniente? Il gatto polidattile potrebbe spezzarsi più frequentemente le unghie rispetto ad un gatto normale, dunque non va trascurata la sua “manicure” per evitare che fastidi continui possano fargli acquisire posizioni antalgiche scorrette.
I gatti polidattili possono riprodursi?
I gatti con malformazioni genetiche ereditarie come la polidattilia, andrebbero sempre esclusi dalla riproduzione per evitare la trasmissione della patologia alla prole: se infatti uno dei genitori è polidattile e l'altro ha invece delle zampe normali, circa il 50% dei gattini erediterà la mutazione.
La condizione non dipende dal sesso dell'animale o dalla razza, ed ovviamente sono esclusi dalle mostre feline.
I gatti polidattili di Hemingway
Che il celebre scrittore e giornalista statunitense, Ernest Hemingway, amasse i gatti è risaputo, ma non tutti sanno perchè i gatti polidattili sono chiamati anche i "gatti di Hemingway".
La residenza dello scrittore, sita a Key West (isola dell'Atlantico), oggi diventata “Casa Museo di Hemingway”, ospita tuttora 56 gatti, di cui circa 23 sono polidattili: tutti eredi di Snow White (Biancaneve), l'amatissima gattina polidattile con un numero di dita pari a sei per zampa, che fu portata in dono allo scrittore dal capitano di una nave.
I suoi discendenti felini continuano a vivere nella stessa antica dimora, attirando turisti e curiosi di tutto il mondo: Hemingway già all’epoca possedeva una copiosa colonia di circa 50-60 gatti, ed aveva, infatti, predisposto un piano della casa dedicato interamente a loro, con tutti i possibili comfort, compreso un cimitero per animali in giardino.
I gatti polidattili nella storia
La tradizione marinaresca ha riscattato l’immagine “maledetta” che gli fu attribuita ai gatti polidattili durante l’oscuro Medioevo: a partire dal 1600, epoca di importanti navigazioni, i marinari amavano condividere le lunghe traversate in compagnia dei felini.
I loro preferiti, però, erano proprio quelli polidattili, considerati portafortuna: oltre ad essere ritenuti cacciatori di topi più abili, pare che anche in mare aperto le loro dita extra gli consentissero una migliore presa in caso di tempeste.
Ancora oggi in Norvegia vengono chiamati “gatti di bordo”. Increduli? Provate a leggere la storia dell’intrepido Skatty!
Altro gatto polidattile celebre, da Guinness dei primati, si chiama Jake ed ha ben 28 dita!