Il delizioso porcino che mettiamo nel riso o i piccoli chiodini con cui guarniamo l'insalata possono essere nocivi o quantomeno cibi indigesti per il nostro gatto? Lo scopriamo subito!
Ad ogni modo, dobbiamo sempre ritenere tutti questi alimenti pericolosi per la salute dei piccoli felini, tanto quelli commestibili per gli umani quanto ancor più, ovviamente, quelli velenosi. In questo articolo andremo a scoprire cosa fare se i gatti possono mangiare i funghi e come.
Non tutti i funghi sono commestibili!
Come ben sappiamo esistono moltissime varietà di funghi che popolano i nostri boschi e molti di essi vengono commercializzati e venduti nei supermercati.
I cercatori esperti sono in grado di distinguere quelli velenosi da quelli commestibili ma comunque, in caso di dubbio, chiunque può rivolgersi all'istituto micologico della propria ASL di competenza per avere la certezza che il fungo raccolto non sia dannoso.
Se però parliamo dei nostri amici gatti, dobbiamo subito soffermarci a fare una distinzione fondamentale: a differenza di quanto accade per gli umani, infatti, non vi sono dati certi e riscontri sicuri sugli effetti che un fungo per noi innocuo lo sia altrettanto per Micio.
Perché i gatti mangiano i funghi?
A chi non è capitato di soffriggere un delizioso sugo coi funghi e vedere Micio in osservazione beata che implora un assaggino? Assolutamente normale!
Curiosi e golosi come sono, i gatti mangiano i funghi perché amano sperimentare nuovi gusti. Per quanto sia noto che non percepisca il sapore dolce, l'odore di questi alimenti è molto invitante per l'olfatto felino che ne percepisce le altre fragranze ed è mosso dal desiderio di assaggiarle.
Anche se è insolito vedere un gatto passeggiare nei boschi, chi abita in zone di campagna o nelle vicinanze di luoghi dove abbondano questi alimenti, dovrebbe prestare particolare attenzione affinché Micio non ceda alla tentazione di mangiarne uno senza prima sapere se i gatti possono mangiare i funghi.
Peraltro, si tratta di un istinto di pura e semplice curiosità poiché questi non sono affatto necessari nella dieta del gatto, che, essendo un carnivoro stretto, non trova alcun beneficio nella loro assunzione.
I gatti possono mangiare i funghi? Attenzione a queste categorie!
La categoria di funghi in assoluto più pericolosa per i gatti (e letale anche per gli umani) è rappresentata dalle Amanite. Ma eccoli tutti!
1. Le amanite
Se il gatto mangia funghi di tipo Amanite sappiate che la loro assunzione è mortale anche in piccolissime dosi e provoca due tipi di reazione, le cosiddette sindrome muscarinica e sindrome falloidinica.
La sindrome muscarinica
La prima è provocata dall'Amanita pantherina e dall'Amanita muscaria, i due funghi che più comunemente siamo abituati a immaginare e che da bambini disegnavamo: hanno gambo bianco e “cappello” rosso o marrone scuro a macchie bianche.
I sintomi compaiono dopo circa mezz'ora dall'assunzione e colpiscono il sistema neurologico:
- disorientamento;
- paralisi;
- attacchi epilettici;
- respirazione lenta;
- coma.
La sindrome falloidinica
La seconda è invece causata dall'Amanita phalloides, insorge più lentamente (circa 6/12 ore) e provoca una sintomatologia a carico dell'apparato digerente come:
- vomito;
- diarrea;
- dolore addominale;
- inappetenza.
Tale avvelenamento provoca la distruzione delle cellule del fegato ed è letale in 24 ore.
2. I funghi "magici"
Le Amanite, come abbiamo visto, rappresentano la minaccia maggiore, ma purtroppo non sono le uniche a poter creare danni gravissimi ai nostri piccoli felini. Sono purtroppo sempre più diffuse droghe che creano effetti allucinogeni e, loro malgrado, anche i gatti possono restarne vittime se le ingeriscono accidentalmente. È il caso dei funghi cosiddetti "magici", contenenti psilocina e psilocibina, cioè due tossine in grado di indurre effetti paragonabili all'assunzione di LSD negli umani e negli animali.
Gli effetti neurologici sono ovviamente seri e, in caso di dose massiccia, possono essere molto gravi. Fortunatamente l'intossicazione ha spesso breve durata, ma non avendo a disposizione sufficienti quantità di dati clinici sugli effetti neurotossici negli animali domestici, il decorso è sempre piuttosto imprevedibile.
3. I funghi Clitocybe
Anche quelli invece appartenenti alle specie Clitocybe, contengono muscarina, come l'Amanita muscaria, e sono ovviamente molto pericolosi. Se il gatto mangia funghi di questo tipo ha dei sintomi che si verificano molto rapidamente (da 5 a 30 minuti) e comprendono:
- salivazione densa e filamentosa;
- lacrimazione;
- bisogno di urinare frequentemente;
- diarrea;
- dispnea;
- vomito.
Spesso sono descritti con l’acronimo inglese SLUDDE (Salivation /Urination /Diarrhea /Dyspnea /Emesis).
La dispnea, cioè la difficoltà respiratoria, può svilupparsi in seguito all’aumento delle secrezioni bronchiali. Fortunatamente si tratta di una situazione maggiormente curabile delle precedenti e, se la terapia viene instaurata subito, può portare alla guarigione completa.
4. I funghi Cortinarius
Un'ultima sindrome da prendere in considerazione è quella chiamata orellanica. È provocata da funghi della specie Cortinarius, che hanno azione tossica sui reni.
Se il gatto mangia funghi di questo tipo può avere, entro 72 ore, vomito e diarrea, mentre tra i 3 e i 20 giorni dopo l’assunzione, si possono sviluppare segni d’insufficienza renale nel gatto con esiti anche fatali a lungo termine.
Cosa fare se il gatto ha mangiato funghi?
Come abbiamo visto uno dei problemi principali quando il gatto mangia funghi consiste nella mancanza di dati sufficienti per somministrare antidoti ad hoc per contrastarne gli effetti. A maggior ragione dobbiamo sempre chiederci se i gatti possono mangiare i funghi che, anche se innocui per noi, possono essere pericolosi per il nostro piccolo amico felino.
Se tuttavia ci rendiamo conto che Micio ne ha ingerito uno, dobbiamo innanzitutto raccogliere quanti più dati possibile e chiamare immediatamente il veterinario di fiducia o una clinica con pronto soccorso. Dobbiamo riferire le caratteristiche del fungo (colore, odore, luogo dove cresce), la quantità ingerita, i sintomi a cui assistiamo e il lasso di tempo intercorso dalla loro comparsa.
È opportuno raccogliere un fungo identico a quello mangiato per mostrarlo al medico e, se il gatto vomita, conservare il materiale espulso per farlo analizzare. Nel contempo seguiamo attentamente le istruzioni che ci vengono fornite dallo specialista.
Spesso le terapie approntate consistono nel contrasto ai sintomi: antiemetici per il vomito, antidiarroici, infusione di liquidi e carbone attivo, oltre a farmaci appositi per limitare gli effetti dannosi sul sistema neurologico, sull'apparato digerente, sui reni e sul fegato che questi alimenti possono arrecare.