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cane pet therapy all'ospedale pediatrico

«Da quel giorno Maria è cambiata»: la rinascita di una bimba malata grazie ad un cane (Video)

Di Francesca Discepoli Redattrice

Pubblicato il

I benefici degli animali sono numerosi: Giorgio Monterubbianesi, pioniere della pet therapy, ci ha raccontato tutti i successi del progetto.

Giorgio Monterubbianesi è un pioniere degli interventi di terapia assistita con animali, conosciuti dai più con il nome di pet therapy.
 
Educatore professionale che si occupa di riabilitazione psichiatrica e appassionato di cani, ha iniziato questa attività nel lontano 2013 conseguendo la certificazione di operatore e continuando in maniera sporadica fino al 2017 quando ha avuto i primi contatti con la Fondazione dell'ospedale pediatrico Salesi di Ancona

All’epoca la pet therapy destava ancora molte perplessità e Giorgio era considerato solo qualcuno che portava in ospedale la sua cagnolina Shaky, un bellissimo esemplare di Siberian Husky.

Dal 2017 al 2019 si è creato un gruppo di lavoro che, nel 2019, è diventata l’associazione Magical Pet. A farne parte, oltre a Giorgio Monterubbianesi, ci sono Cristiano Bellissimo, il presidente, Maria Florio responsabile della parte amministrativa, e Alessia Pieroni Mazzante, che si occupa della comunicazione sui social. Sono tutti coadiutori certificati secondo le attuali linee guida. Gli interventi dell’associazione sono prevalentemente nel territorio della regione Marche.

I benefici universali degli interventi

Giorgio e i suoi collaboratori, umani e canini, portano sorrisi e un po’ di sollievo ai bambini dei reparti dell’Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona da cui tutto è iniziato, ma anche ad anziani, malati psichiatrici e detenuti. Vanno anche nelle scuole dove l’attività prende un carattere più ludico ed educativo con l’obiettivo di “lavorare” sulla persona e sulla qualità della sua vita, cercando di migliorarla:

«Occupandomi di riabilitazione psichiatrica, sono andato a scoprire quelle che erano le terapie che potevano essere utili alla persona per poterla aiutare a migliorare la qualità della propria vita a tutto tondo», racconta Monterubbianesi ai microfoni di Wamiz.

La presenza dei 4 coadiutori e dei loro cani accanto ai bambini ricoverati si è andata intensificando nel tempo. Inizialmente erano impiegati solo per due ingressi settimanali e, nel giro di quattro anni, hanno iniziato a intervenire quattro volte a settimana, mattina e pomeriggio, passando da sessioni limitate alle sale giochi fino a entrare nelle camere per stare vicino ai bimbi che non potevano muoversi. 

«Per noi era importante poter accedere alle camere, perché molti bambini magari stavano facendo terapia e avevano la flebo, non potevano muoversi e quindi, secondo la nostra idea, venivano penalizzati», continua Giorgio.

L’organizzazione degli interventi non è lasciata al caso. Occorre stabilire un piano d’azione ben preciso iniziando con il creare una relazione di base cane-umano, cosa non sempre semplice perché connessa alle variabili del caso particolare: il luogo, l’ambiente, la situazione emotiva del paziente… non c’è mai un intervento simile ad un altro.

Indicativamente i cani più empatici e con un approccio più diretto vengono maggiormente utilizzati con i bambini, quelli che esprimo più energia e fisicità sono impiegati maggiormente con adulti e in ambito carcerario, per gli anziani, invece, sono adatti cani più posati e tranquilli.

Non c’è parere unanime, però, sulla presenza dei cani in ospedale sia tra i medici che per l’utenza:

«Solitamente ciò è dato da alcune variabili: cultura, differente nazionalità, religione d’appartenenza, da pregiudizi e dal fatto che non a tutti possa piacere il cane. Ecco perché siamo soliti chiedere il permesso prima di accedere».

Certo è che gli interventi non sono sempre possibili: ci sono situazioni in cui sono presenti delle fobie, allergie o anche malattie trasmissibili per cui è meglio evitare l’interazione cane-umano.

Il caso di Maria

Lì dove la terapia è possibile, i quattro zampe possono fare miracoli, come per Maria, nome fittizio di una bambina che, nel post-operatorio dell'intervento di rescissione di un tumore cerebrale maligno, da bimba vivace e attiva ha manifestato molti disturbi emotivi e depressivi che si trasformavano in gesti di rabbia e di avversità verso chiunque le si avvicinasse, persino i genitori.

Maria è stata così affiancata a una dolce cagnolina di nome Kira:

«Il loro sguardo si è incrociato decine di volte quel giorno e Maria è cambiata, si sono visti riemergere i suoi occhi sognanti e curiosi, le sue espressioni dolci e intelligenti, i suoi gesti affettuosi e amichevoli».

Grazie alla presenza della cagnolina, Maria a poco a poco non ha neanche più avuto la necessità di assumere antidolorifici durante le terapie!

E così come un amico a quattro zampe ha potuto cambiare la vita di una bimba, anche da adulti si può trarre beneficio da questo tipo di interventi assistiti con cui, purtroppo, si ha ancora troppa poca familiarità negli ospedali:

«Penso che sia importante anche per gli adulti poter fare delle attività alla stessa maniera dei bambini, perché siamo dei "bambini cresciuti", fondamentalmente».

Ringraziamo Giorgio e tutti i suoi collaboratori, bipedi e quadrupedi, per la splendida attività che svolgono quotidianamente portando serenità e un po’ di leggerezza a chi vive situazioni estremamente dure, favorendo i progressi verso la guarigione e il recupero. 

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