La cheratocongiuntivite del cane è una patologia cronica e progressiva dell'occhio.
È solitamente bilaterale, interessa la cornea e la congiuntiva, che assumono un aspetto opaco. Viene anche detta sindrome dell’occhio secco.
La cheratocongiuntivite secca del cane (Kcs) ha origine da una insufficiente produzione di lacrime da parte delle ghiandole lacrimali, che provoca uno stato di secchezza corneale e congiuntivale in entrambi gli occhi, con l'alterazione dei meccanismi di pulizia degli occhi.
Se non viene trattata con un’adeguata terapia ben presto la superficie corneale diventa irregolare, si creano alcune macchie di iperpigmentazione brunastra e si formano ulcere, inducendo uno stato di cecità irreversibile.
Le differenti cause della cheratocongiuntivite
Può succedere che la malattia sia congenita per l'assenza delle ghiandole lacrimali.
Più comunemente la cheratocongiuntivite può derivare da traumi – prolasso della terza palpebra, irritazioni, infezioni, intossicazioni - o da un processo autoimmunitario.
In quest’ultimo caso, si origina una infiammazione caratterizzata da una produzione di linfociti T-helper, che causano una degenerazione ghiandolare, bloccando la produzione delle lacrime.
I sintomi dei cani affetti da cheratocongiuntivite
La patologia provoca nell'animale:
- dolore;
- diminuzione della pellicola lacrimale;
- alterazioni corneali di vario genere;
- congiuntivite;
- secchezza delle narici.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi si effettua con un esame veloce, il test di Schirmer, che ci indica qual è la produzione lacrimale dell’occhio testato.
Come funziona il test di Schirmer?
Vengono applicate delle “striscioline assorbenti” sul margine della palpebra inferiore e viene misurata la produzione acquosa in un minuto: una produzione considerata adeguata deve essere di almeno 15millimetri/60secondi.
La terapia medica
La terapia medica più efficace prevede l’uso frequente di lacrime artificiali, che vanno applicate almeno tre volte al giorno, per permettere la lubrificazione corneale e l’uso di due principi attivi:
- la Ciclosporina efficace in quasi l’80% dei casi trattati;
- il Tacrolimus nei casi non sensibili alla Ciclosporina.
In base alla causa, valutata dai medici veterinari, si applicheranno farmaci topici (colliri o pomate oftalmiche) per proteggere le ghiandole lacrimali” dall’attacco del sistema immunitario.
L'intervento chirurgico per guarire dalla cheratocongiuntivite
Se anche con la terapia medica la lacrimazione resta assente è possibile ricorrere alla chirurgia, che consiste nella trasposizione del dotto della ghiandola salivare parotide dalla bocca al fornice congiuntivale.
Quali sono le razze di cani più predisposte alla cheratocongiuntivite?
Le razze brachicefale (per esempio, il Bulldog francese o inglese), quelle in cui la mascella è più corta del normale e le canne nasali sono alterate con difficoltà di respirazione, sono le più predisposte alla Kcs.
La terapia, esclusivamente di tipo medico, ha lo scopo di limitare e rallentare la progressione della patologia ed è molto impegnativa, in quanto dovrà essere protratta per tutta la vita dell’animale.
Quando colpisce i cuccioli
Una forma particolare di congiuntivite è quella che può colpire i cuccioli (congiuntivite neonatale) prima che aprano le palpebre (generalmente intorno ai 10-14 giorni) o nei momenti appena successivi.
Questa tipologia è spesso associata all'infezione dovuta ai batteri che non riescono a fuoriuscire al momento dell’apertura degli occhi e rimangono sotto la palpebra. Per questo motivo, questa forma spesso colpisce l’intera cucciolata.
Se una razza è predisposta alle congiuntiviti è fondamentale abituare il cane alla pulizia degli occhi a poco a poco come se fosse un gioco.
Curare e prevenire
Per curare le congiuntiviti è necessario non trascurare i primi segni e la cura è tanto più efficace quanto più è tempestiva.
Per prevenire o evitare le ricadute è basilare l’attenzione nei confronti del proprio amico a quattro zampe, osservando una secrezione anomala o abbondante intorno all’occhio o eventuali arrossamenti.
Inoltre, specialmente nelle razze predisposte, conviene attuare una pulizia quotidiana molto leggera (basta passare una volta una garza imbevuta di semplice acqua o detergente apposito) ed evitare che rimanga nell’angolo dell’occhio il prodotto secco della secrezione.
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Articolo revisionato da
Francesco Reina
Assistente veterinario