Il risarcimento danni causati dai cani randagi è un tema bollente per la legislazione italiana e difficilmente comprensibile e applicabile dal cittadino medio. Chi ha la responsabilità civile, economica e penale di un cane randagio?
Oggi cercheremo di rispondere a questa domanda in modo schematico e semplice andando a scomporre in fattori la burocrazia italiana che, si sa, a volte mette veramente a dura prova la pazienza dei cittadini!
Recupero cani randagi: prevenire un pericolo specifico
Il risarcimento danni causati dai cani randagi è lo step finale di una situazione che dovrebbe essere gestita ben prima che si presentino i danni. Il randagismo è una realtà non solo italiana, ma mondiale che vede migliaia di animali abbandonati al loro destino e ai loro istinti.
Questo problema si esacerba nei centri abitati in cui la presenza di cani che non sono stati sottoposti ad una prevenzione sanitaria, ad un’educazione comportamentale e che non vengono nutriti adeguatamente può creare disordini.
Chi è il responsabile degli animali randagi?
Come spesso accade in Italia la legislazione in tema di prevenzione e sicurezza assume contorni sfumati e poco chiari. In tema di gestione del randagismo esiste un protocollo che mira a prevenire questo fenomeno col fine di preservare la salute degli animali stessi e dei cittadini. Nonostante l’interesse sia di respiro nazionale la delega è alle regioni che possono definire i protocolli attuativi particolari rispetto alla loro gestione sanitaria e geografica.
Dalla Lombardia alla Puglia, o dal Veneto alla Calabria, le regioni possono definire nel dettaglio la gestione dei randagi o delegare ulteriormente ai comuni che, in simbiosi con le ASL, diventerebbero i diretti interessati del problema.
Cani randagi e canili: una dinamica complessa
Il risarcimento danni causati dai cani randagi non dovrebbe essere dibattuto se la prevenzione in questo senso funzionasse bene. È ovvio che parliamo di un ambito estremamente complesso da gestire su ampi territori. La normativa recita:
Quindi in quali casi è possibile richiedere un risarcimento danni causati da cani randagi?
Incidente con un cane randagio: chi si assume tutte le responsabilità?
Nei casi di richiesta di risarcimento danni causati dai cani randagi la corte di cassazione ha stabilito, nei casi in cui questo è possibile, che la responsabilità è riferita in solido a Comuni e ASL.
Naturalmente non si può accedere a tali risarcimenti in maniera semplicistica, ma bisogna munirsi di concretezza giuridica e consegnare alle autorità competenti una serie di documenti e prove:
- Oggettiva quantificazione economica del danno;
- Eventuali testimonianze dell’increscioso incidente;
- Certificato medico se il danno è di natura fisica;
- Verbale di denuncia alle forze dell’ordine dell’incidente;
- Dimostrazione dei soldi spesi a causa dell’incidente col randagio (fatture o ricevute).
Quindi se stai leggendo questo articolo, hai subito un danno e stai effettuando una richiesta risarcimento per danni causati dai cani randagi inizia ad attivarti per entrare in possesso di tutta questa documentazione da riferire agli uffici di competenza del tuo comune e della tua ASL.
Cani vaganti randagi: i rischi per la salute
Gli animali che vivono in un contesto urbano possono rappresentare un pericolo per se stessi e per gli altri. Innanzitutto, non essendo stati trattati con profilassi vaccinale, possono rappresentare un veicolo di infezione di gravi patologie anche per i soggetti patronali.
Inoltre, un altro problema è rappresentato dalla gestione degli accoppiamenti che, se non catalizzato dalle autorità competenti, può sfuggire di mano e creare dei veri e propri branchi di cani che contano decine di esemplari. In questi casi può essere a rischio l’incolumità dei cittadini che si possono trovare faccia a faccia con questi soggetti, di certo di indole buona, ma non educati al contatto umano.
Recupero cani randagi: ruolo del cittadino
Prima di arrivare ad una richiesta risarcimento per danni causati dai cani randagi potrebbe essere utile risolvere il problema alla base. Nel momento in cui si entra in contatto o si è a conoscenza di un branco di cani randagi (o gatti) bisogna agire con giudizio: dare cibo a questi animali è di certo un atto caritatevole e assolutamente non denunciabile, ma bisogna limitarsi a questo?
Assolutamente no, lo step successivo è avvisare il proprio comune o la propria ASL per gestire in modo etico, sanitario e legale una situazione che potrebbe sfuggire di mano.