La leucemia felina è una grave malattia causata da un retrovirus, il Felv (Felin leukemia virus). Questo virus, della stessa famiglia dell'AIDS, è stato isolato per la prima volta nel 1964. La malattia si trasmette tra gatti, principalmente attraverso il morso, l'accoppiamento o dalla madre ai suoi gattini.
I sintomi della Felv nel gatto sono vari e spesso includono anemia (diminuzione del numero di globuli rossi) e tumori. Attualmente non esiste una cura per questa terribile malattia, fortunatamente, però, i veterinari hanno a disposizione un metodo preventivo. Quando fare il vaccino contro la Felv del gatto? Scopriamolo!
Come vaccinare i gatti contro la Felv?
Esistono diversi tipi di vaccino contro la Felv del gatto, a seconda del laboratorio di produzione. Alcuni utilizzano tecnologie collaudate come i vaccini virali inattivati. Si tratta di iniettare nel gatto un virus Felv che ha perso la sua virulenza grazie a un trattamento chimico. Nel corpo dell'animale, il virus è ora innocuo, ma viene comunque riconosciuto dal sistema immunitario.
In caso di infezione da leucosi, i linfociti sensibilizzati neutralizzeranno il virus. Altri vaccini sono costituiti esclusivamente dalla proteina antigenica.
Negli anni 2000, il laboratorio Merial (oggi Boehringer) ha commercializzato un vaccino innovativo contro la leucemia felina, utilizzando la stessa tecnologia che oggi Astrazeneca utilizza per il suo vaccino anti-covid: il vaccino vettoriale virale o vaccino vettorizzato.
Come funziona il vaccino contro la Felv del gatto?
La tecnologia del vaccino vettoriale prevede l'utilizzo non più del virus Felv in sé, ma di un altro virus (innocuo) che funga da vettore per i geni Felv, in modo che il sistema immunitario del gatto possa riconoscerlo e contrastare qualsiasi infezione.
Il vaccino contro la leucemia felina utilizza il Canarypox virus, che causa il vaiolo nei canarini. Non è pericoloso per i gatti, nei quali non può né riprodursi né persistere.
Questo virus vettore è stato precedentemente modificato: due geni Felv sono stati aggiunti al suo genoma (DNA) e quando viene iniettato, penetra nelle cellule del gatto per rilasciare le sue informazioni genetiche (questo è il normale processo di infezione e moltiplicazione di un virus).
Nelle cellule, i geni Felv si trasformano in antigeni (proteine) che vengono riconosciuti dal sistema immunitario del gatto. Questo fenomeno attiva così i linfociti B (produzione di anticorpi) e i linfociti T (memoria cellulare) contro questi antigeni specifici del virus leucemogeno felino.
Vaccinazione contro la Felv del gatto, come l'Astrazeneca
Il vaccino contro il Covid-19 di Astrazeneca utilizza la stessa tecnica. Si tratta di un vaccino virale vettoriale non replicante o ricombinante. In questo caso, il virus vettore è un adenovirus che di solito infetta gli scimpanzé ed è innocuo per l'uomo. Nel suo genoma sono stati integrati i geni che codificano la famosa proteina spike che permette alla SARS-Cov2 di attaccarsi alle cellule umane.
Questa tecnologia dei vettori virali è ancora relativamente poco sviluppata nell'uomo. Grazie al loro vaccino ricombinante contro la leucosi felina, disponibile da oltre 20 anni, i gatti ne sono i precursori!
Il gatto sta male dopo vaccino Felv? Gli effetti collaterali
Questo vaccino Felv è sicuro ed efficace. Gli effetti collaterali sono quelli che si riscontrano di solito durante la vaccinazione: febbre, dolore ed escrescenza nel punto di iniezione e, solo in casi rari, una reazione allergica.
Nella pratica attuale, questo vaccino è molto ben tollerato e l'esperienza di oltre 20 anni non ha evidenziato nuovi effetti avversi rispetto ai cosiddetti vaccini tradizionali. Questo vaccino è altamente efficace e permette di fare a meno degli adiuvanti, che si sospetta abbiano un ruolo nello sviluppo di fibrosarcomi post-iniezione.
Come proteggere il gatto dalla leucemia felina?
Qualunque sia il vaccino scelto dal veterinario, ci sono alcune regole da seguire per garantire che il gatto sia ben protetto contro la Felv:
- Testare il gatto prima della vaccinazione: se è già infettato dal virus leucemogeno (come nel caso dell'AIDS, può esserci una fase più o meno lunga senza sintomi), il vaccino sarà inefficace. Può quindi essere utile effettuare il test prima della vaccinazione se si pensa che l'animale possa essere stato in contatto con il virus per assicurarsi che non sia già infetto.
- Mantenere le dosi di richiamo: per essere efficaci, tutte le vaccinazioni richiedono dosi di richiamo. Attualmente si consiglia di vaccinare i gattini a 8, 12 e 16 settimane e poi a 1 anno. Il richiamo va poi effettuato ogni anno.
- Non vaccinare un gatto malato: non vaccinare un animale "malato", perché potrebbe essere meno efficace.
- Fare sterilizzare o castrare il gatto a 6 mesi: sia per i maschi che per le femmine, la castrazione aiuta a prevenire i contatti ravvicinati, che possono essere fonte di contaminazione.
Gli scienziati non smettono mai di stupirci. E quando lavorano per migliorare la salute di cani e gatti, fanno anche un regalo meraviglioso ai loro umani. Il vaccino contro la leucemia felina non è solo un'impresa tecnologica, ma salva anche (e soprattutto) migliaia di felini!
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Articolo scritto per Wamiz.com da:
Isabelle Vixège
Medico veterinario francese