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gatto con disturbi alimentari fa la lingua

Come impostare la dieta in caso di disturbi alimentari nel gatto?

© Pixabay

Quale dieta scegliere in caso di disturbi alimentari nel gatto?

Di Claudia Scarciolla Redattrice | Traduttrice

aggiornato il

Alcune malattie possono sorgere per via dei disturbi alimentari nel gatto? Sì, ma nessun problema, un modo per risolvere la questione c'è!

Come rispettare la dieta del gatto? I disturbi alimentari nel gatto sono spesso causati da una dieta non corretta o non equilibrata.

L’alimentazione specifica di cui il gatto ha bisogno per curare i suoi malesseri prevede diverse opzioni consapevoli. Ecco cosa può (o non può) mangiare il gatto.

Cosa prevede un'alimentazione sana del gatto?

La sua natura felina e di cacciatore fa in modo che il gatto debba assumere cibi ricchi di proteine e amminoacidi essenziali quali taurina e arginina, sostanze, queste, che l’organismo del gatto non è in grado di produrre da solo.

Anche il metabolismo lipidico come fonte di acidi grassi essenziali è importante per dare il giusto apporto nutritivo a Micio. Tra questi ricordiamo l'acido linoleico, l'acido alpha linoleico e l'acido arachidonico. Il gatto non è in grado di sintetizzare l'acido arachidonico per deficienza dell'enzima delta-6-desaturasi (l'unico che permette di estrapolare questo acido grasso dall'alimentazione).

Quando il gatto è solito mangiare cibi non conformi al suo regime alimentare e al suo fabbisogno energetico è possibile che l’organismo sviluppi alcuni tipi di malattie anche gravi causate quindi dai disturbi alimentari nel gatto.

La dieta del gatto può essere uguale per tutti?

L’alimentazione del gatto adulto cambia a seconda della razza, del peso del gatto e delle condizioni soggettive presentate dall’esemplare. Pertanto risulta impossibile creare una tabella nutrizionale del gatto che possa andare bene a tutti.

Infatti per definire al meglio una dieta bilanciata per il gatto bisognerà prendere in considerazione tutti i fattori che gravitano intorno all'alimentazione: attività fisica, stato nutrizionale e e situazione fisiologica. Solo in questo modo sarà possibile definire tutte le dinamiche del fabbisogno energetico medio del nostro amico peloso.

Ad ogni gatto la sua alimentazione: qualche consiglio

Su cosa si basa la dieta del gatto?

Ricordiamo che il gatto è un carnivoro domestico e, in quanto tale, la dieta si basa principalmente sulla qualità, la digeribilità e l'apporto energetico delle proteine. Questi vengono definiti fattori intrinseci della dieta ma occhio a non sottovalutare quelli estrinseci.

Solo un veterinario, dopo aver accuratamente visitato il gatto in questione, sarà in grado di determinare esattamente gli apporti nutrizionali di cui il gatto ha bisogno.

Malattie alimentari del gatto

Le patologie del gatto connesse alla sua dieta sono difficili da capire, se non grazie alla diagnosi accurata di un veterinario, anche se in alcuni casi il gatto stesso si lamenta e assume comportamenti particolari a dimostrazione del suo malessere.

Tra le malattie dietetiche più comuni, spesso asintomatiche, che possono colpire il gatto vi sono:

  • malattie renali, quali blocco o insufficienza renale;
  • cistiti;
  • diabete;
  • infiammazioni del tratto intestinale;
  • tumori.

Queste condizioni dell’animale possono essere accuratamente prevenute controllando le carenze di acqua e nutrienti essenziali e l’eccesso dei carboidrati

Per l’alimentazione del gatto obeso è possibile scegliere cibi light che prevedono un alto tasso di acqua, pochi carboidrati e altrettanto una ridotta percentuale di grassi, mentre sono da privilegiare i cibi ad alto contenuto proteico.

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Impostare l'alimentazione del gatto: la parola al veterinario

Il primo passo per in caso di disturbi alimentari nel gatto è relazionare la quantità di alimento da somministrare con il contenuto nutritivo.

Abbiamo chiesto il parere del nostro medico veterinario Giuseppe Terlizzi, che ci ha spiegato quanto segue.

Quante calorie giornaliere deve assumere un gatto?

Prendendo in esame un gatto adulto di 4Kg con un fabbisogno energetico giornaliero medio/basso (gatto da appartamento) le Kcal necessarie ad evitare disturbi alimentari nel gatto si aggirano intorno alle 100 Kcal/Kg die (per ogni kg di peso corporeo).

Tradotto in pappa parliamo all'incirca di 160g di alimento umido o 55g di crocchette: la differenza significativa tra umido e secco della quantità giornaliera di cibo da somministrare dipende dal contenuto in acqua.

Questa composizione vedrà un elevato tenore di proteine, minore contenuto in carboidrati e la necessaria presenza di fibra, sali minerali e vitamine.

Quali proporzioni rispettare nell'impostare la dieta del gatto?

In termini percentuali vedremo che per ogni razione giornaliera sarà necessario rispettare le seguenti proporzioni per evitare disturbi alimentari nel gatto:

  • 40% di proteine;
  • 10% di grassi;
  • 5% di fibra;
  • 5% di ceneri;
  • 20% di carboidrati;
  • la restante percentuale è proporzionata tra contenuto in acqua, sali minerali e vitamine.

Naturalmente i valori indicati seguono una media dei contenuti percentuali delle principali diete industriali e non sono idonei a TUTTI i tipi di gatto adulto. Ogni soggetto ha una storia alimentare specifica che solo il veterinario, dopo una visita specialistica, protà scrivere.

L'importanza della dieta in caso di disturbi alimentari nel gatto

Meglio il cibo per gatti industriale o quello casalingo? Una valida alternativa alla dieta del gatto che presenta disturbi alimentari è quella di affidarsi ad un veterinario nutizionista che possa suggerirvi delle ricette casalinghe.

Molti dei disturbi alimentari nel gatto, infatti, possono essere derivati da cambiamenti repentini dei prodotti e della qualità del cibo offertogli.

Il gatto domestico è soggetto a manifestare patologie molto più del gatto in libertà. Una dieta del gatto specifica per la cura o prevenzione di disturbi alimentari è uno tra i metodi più efficaci per fare in modo che il gatto viva una vita longeva in piena forma e salute. Chiedete consiglio al vostro veterinario di fiducia.

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Articolo revisionato da:

Giuseppe Terlizzi
Medico veterinario

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