La coccidiosi nel cane rientra tra le patologie dell’apparato gastroenterico ascrivibili ad una causa parassitaria. I nostri amici a quattro zampe stanno a contatto con tanti ambienti diversi frequentando parchi, strade, laghi, montagne e costiere.
In questi posti si possono annidare, oltre a mille avventure, anche i più disparati tipi di parassiti: oggi scopriremo i coccidi nel cane.
Cosa sono i coccidi nei cani?
I coccidi nei cani sono protozoi appartenenti alla famiglia Eimeriidae che comprende il genere Eimeria, tristemente famoso per le infestioni principalmente di pollame, bovini, ovi-caprini, suini, equini e lagomorfi.
Unitamente a questo è presente il genere Cystoisospora, che interessa canidi, felidi ed umani.
Come sono fatti i coccidi nel cane?
I coccidi presentano un complesso apicale (il distretto della testa per intenderci), di un microporo (la bocca) e non hanno ciglia; durante ciclo biologico alternano generazioni asessuate a generazioni sessuate col fine di produrre le oocisti.
Queste hanno dimensioni tra i 15 e 40 µm (invisibili all’occhio umano) a seconda delle specie e rappresentano l’elemento infettante.
Coccidiosi nel cane: le diverse specie
I coccidi nei gatti e nei cani sono solo una parte della famiglia Eimeriidae che comprende tante specie di interesse zootecnico. Nello specifico riconosciamo negli animali le seguenti specie:
- Cystoisospora canis (cane)
- Cystoisospora ohioensis (cane)
- Cystoisospora burrowsi (cane)
- Cystoisospora felis (gatto)
- Cystoisospora rivolta (gatto)
La domanda sorge spontanea: come prevenire i coccidi nel cane? Naturalmente bisogna innanzitutto conoscerli e capire nel dettaglio il loro ciclo vitale.
Coccidi al microscopio: qual è il loro ciclo biologico?
I coccidi nel cane entrano, si sviluppano e provocano una sintomatologia in un tempo relativamente breve. L’infezione avviene per via oro-fecale (contatto di feci infette con la bocca) mediante l’ingestione delle oocisti sporulate che rappresentano l’elemento infettante. Il processo di sporulazione avviene in ambiente esterno in condizione di adeguata ossigenazione, elevata umidità e temperatura ottimale (circa 25°C).
Una volta ingerite le oocisti sporulate, a livello intestinale, mediante l’azione di tripsina e bile, gli sporozoiti lasciano le sporocisti e penetrano nelle cellule epiteliali intestinali. A questo punto avverrà a livello delle cellule dell'intestino una proliferazione tale da creare destrutturalizzazione della parete (per questo a volte ritroviamo tracce di sangue nelle feci). A questo punto le oocisti che verranno espulse con le feci per dare inizio ad un nuovo ciclo vitale.
È trasmissibile la coccidiosi dal cane all’uomo?
No. La buona notizia è che i coccidi sono specie-specifici e monoxeni, questo significa che iniziano e concludono il proprio ciclo vitale all’interno di un’unica specie ospite, nel nostro caso il cane.
In virtù di questo dettaglio possiamo affermare che le coccidiosi di cane e gatto non hanno quindi implicazioni zoonotiche e di conseguenza non vengono trasmesse all’uomo.
Coccidi nel cane: sintomi
I coccidi nel cane adulto sono più rari che nel cucciolo, ma comunque possono creare dei problemi più o meno gravi.
Come si manifestano i coccidi nel cane? Essendo un parassita ad ubicazione intestinale di certo avremo una sintomatologia gastro-enterica. Questo vuol dire che il soggetto presenterà principalmente:
- diarrea (in casi gravi anche diarrea emorragica),
- coliche,
- perdita di peso,
- febbre.
I parassiti aggrediscono l’endotelio dell’intestino andando a ledere i villi nell'intestino e provocando di conseguenza malassorbimento (causa della perdita di peso), infiammazione (causa della febbre) e diarrea emorragica.
Diagnosi di coccidiosi nel cane
Come trattare la coccidiosi nel cane? Innanzitutto, bisogna diagnosticarla!
La diagnosi viene effettuata grazie all’individuazione delle oocisti per flottazione fecale grazie all’utilizzo di un microscopio ottico (o di analizzatori automatici di screening del sedimento fecale).
Coccidiosi nel cane e tempi di guarigione
Per capire nella coccidiosi del cane i tempi di guarigione bisogna innanzitutto quantificare l’infestazione e la gravità dei sintomi.
Come curare i coccidi nel cane? La terapia farmacologica
Il primo step da seguire è la gestione della sintomatologia, in questo caso la diarrea unitamente allo squilibrio idroelettrolitico e acido-basico. Il medico veterinario prescriverà un trattamento a base di farmaci sulfamidici o metronidazolo e l’assunzione giornaliera di integratori per la ricostituzione della flora intestinale danneggiata dai protozoi.
Come eliminare i coccidi dall’ambiente?
In tema di profilassi è utile lavorare in ambito igienico sanitario, eliminando prontamente le feci dopo la defecazione, lavando e sanificando i luoghi che il nostro animale frequenta abitualmente (anche se all’aperto) utilizzando prodotti come i cresoli che vanno ad inattivare le componenti batteriche.
Anche l’utilizzo del vapore può essere utile per la sanificazione.
Tirando le somme è possibile affermare che i coccidi nei cani creano una sintomatologia assolutamente gestibile se presa in tempo e che non provoca particolari problemi.
Ovviamente occhio ai soggetti fragili come cuccioli e cani anziani: in quel caso l’attenzione deve essere doppia!