La policistosi epatica del gatto è solo uno dei tanti disturbi cui il fegato del gatto può essere soggetto. Quest’organo, a causa dei numerosi ruoli che svolge nell’organismo, è spesso soggetto a condizioni patologiche caratterizzate dalla presenza di cisti, masse o lesioni di vario tipo.
Nel gatto l’incidenza di questo disturbo è molto bassa, e la policistosi viene per questo annoverata tra le malattie rare. Non a caso, le cisti al fegato restano spesso asintomatiche e la loro presenza viene individuata quasi sempre in modo casuale.
Il fegato del gatto: com’è fatto e a cosa serve?
Sapevi che il fegato è in realtà una grossa ghiandola? Il suo ruolo è fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo. Qui avvengono numerose trasformazioni metaboliche che permettono di:
- Immagazzinare gli zuccheri e i grassi;
- Produrre la bile, fondamentale nei processi di digestione dei grassi;
- Detossificare l’organismo grazie alla biotrasformazione delle molecole tossiche o dannose in molecole innocue che possono essere così correttamente smaltite;
- Sintetizzare alcune proteine del sangue. Grazie all’analisi di questi valori è possibile individuare alcune anomalie del fegato.
Proprio per le numerose funzioni svolte, una patologia epatica è sempre sinonimo di preoccupazione per i padroni di cani. Vediamo allora quanto la presenza di cisti del fegato può nuocere alla salute del nostro gatto.
Cos’è la policistosi epatica o fegato policistico del gatto?
La policistosi epatica del gatto, chiamata anche malattia policistica o multicistica del fegato, è caratterizzata dalla presenza di cisti che si formano all’interno di quest’organo.
Le cisti epatiche nel gatto
Le cisti del fegato possono essere distinte in due diversi tipi:
- Cisti parassitarie. Si depositano nel fegato o in altri organi e contengono forme immature di parassiti che andranno a schiudersi nella sede d’elezione per la liberazione degli esemplari adulti.
- Cisti non parassitarie (congenite o biliari). Si tratta di cavità contenenti liquido, che originano dalla mancata involuzione naturale dei dotti biliari (dotti per il passaggio della bile).
Cisti non parassitarie: come sono fatte?
Le cisti non parassitarie del fegato sono quelle che causano la policistosi epatica del gatto. Esse possono essere di dimensioni variabili, da pochi mm a qualche cm di diametro, e vengono classificate in base al numero e al volume che occupano all’interno dell’organo. Distinguiamo:
- Cisti uniche;
- Fegato multicistico: da più di 1 cisti fino ad un numero che non interessa più del 50% dell’organo;
- Fegato policistico: quando il tessuto epatico è interessato dalle cisti per più del 50%;
- Malattia policistica epato renale: molto rara, le cisti riguardano il fegato e i reni.
Sintomi di policistosi epatica nel gatto
La sintomatologia dipende da una serie di fattori: la loro localizzazione, il numero e quanta porzione di organo risulta interessata.
Le cisti al fegato sono quasi sempre asintomatiche, e spesso questa patologia viene scoperta in associazione alla policistosi renale del gatto. Che relazione c'è tra le due patologie?
Policistosi epatica e renale: un'associazione frequente
Tra queste due malattie esiste una forte correlazione: in uno studio riguardante la PKD (rene policistico), di 23 gatti affetti, 17 presentavano anche cisti epatiche.
Nella policistosi renale i sintomi diventano manifesti quando le cisti compromettono la funzionalità dei reni. Si genera così una condizione molto simile a quelli dell’insufficienza renale: vomito, diarrea, minzione abbondante, anoressia, pelo opaco.
Nella policistosi epatica del gatto, invece, le cisti restano ancor più spesso asintomatiche, e per questo la diagnosi è spesso casuale e dovuta ad indagini collaterali per la ricerca di PKD o altre tipi di disturbi.
Dallo stesso studio è emerso che in associazione a questi disturbi compare spesso anche la fibrosi congenita del fegato.
Terapia della policistosi epatica del gatto
Trattandosi di una malattia rara e per lo più asintomatica, non esistono numerosi casi riscontrati sui felini.
La terapia di solito è mirata a trattare le complicanze che possono derivare dalle cisti epatiche, come un’ostruzione dei dotti biliari e la comparsa dell’ittero nel gatto.
Le cisti epatiche parassitarie
Veniamo ora alle cisti epatiche parassitarie: questo disturbo ci riporta immediatamente a un noto parassita che infesta anche l’uomo, ossia la Tenia.
La tenia del gatto
La tenia compie un ciclo vitale che prevede la migrazione di cisti all’interno di organi come il fegato.
Il gatto però è in genere l’ospite definitivo, che evacua le cisti prodotte dagli individui adulti del Dipylidium caninum (tenia del gatto e del cane) presenti nell’intestino: ecco perché è improbabile che si tratti dello stesso parassita.
Il Platynosomum fastosum: il parassita delle lucertole
Altra causa di cisti epatiche è il parassita Platynosomum fastosum. Le cisti sono ovviamente di natura diversa, e causano una sintomatologia più evidente:
- Fegato ingrossato;
- Letargia;
- Ittero;
- Disidratazione.
Anche in questo caso si ha un’elevata probabilità di ostruzione dei dotti biliari: sull’animale può essere effettuata una colecistoduodenostomia con biopsia epatica e trattato successivamente con antibiotici. Il gatto contrae il parassita predando lucertole.
La buona notizia è che questo non è presente in Europa, ma si trova radicato in America meridionale: a meno che dunque non abbiate fatto viaggi intercontinentali insieme al vostro gatto, è molto difficile che le cisti epatiche siano di natura parassitaria!