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gatto in vacanza: gatto in valigia

Quali sono gli esami da fare prima di portare il gatto in vacanza?

© Davidolfi / Shutterstock

Gli esami da fare prima di portare il gatto in vacanza

Di Clara Amodeo Redattrice

aggiornato il

Pronti, partenza, via! Micio sta bene? Ecco gli esami da fare prima di portare il gatto in vacanza. E non dimenticare il kit di medicine da viaggio!

Quando si viaggia, si sa, è importante portare con sé tutto il necessario (siano essi oggetti, medicine, certificati, tessere e libretti) per tenere sotto controllo la salute e intervenire in caso di necessità.

Un discorso di questo tipo vale a maggior ragione se bisogna portare il gatto in vacanza: nel suo caso, infatti, le possibilità di venire a contatto con parassiti e malattie può aumentare per via del cambio di ambiente, una condizione che può diventare traumatica se non viene gestita nel modo migliore.

In questo articolo vediamo dunque assieme quali sono i principali strumenti, tra esami, vaccinazioni, libretti e medicine, che non devono mai mancare quando il gatto va in vacanza.

Il necessario per portare il gatto in vacanza

Viaggiare con il gatto è sempre una grande gioia: ovunque si vada, infatti, gatto e vacanze sono il connubio perfetto per un po’ di relax in compagnia di un amico fidato.

Tuttavia, portare il gatto in vacanza comporta una maggiore attenzione del padrone non solo verso il gatto stesso, ma anche verso la legge e l’incolumità delle persone che sono in viaggio con Micio.  

Gli esami da fare al gatto prima di partire

Il primo e più importante strumento da portare sempre con sé è, dunque, il libretto sanitario dell’animale compilato da un medico veterinario dove sono riportati:

  • i dati del proprietario;
  • i dati dell’animale;
  • le vaccinazioni (tra cui l’antirabbica, che è obbligatoria per l’espatrio);
  • la data in cui queste sono state effettuate.

Come da disposizioni del Ministero della Salute, poi, i gatti e i furetti, per recarsi all’estero, devono essere obbligatoriamente identificati con microchip.

Ciò al fine di acquisire il passaporto europeo per animali domestici, documento indispensabile, come per il cane, per le movimentazioni fuori dai confini nazionali.

Il passaporto del gatto

Il passaporto viene rilasciato dalle ASL ed è obbligatorio dal 1° ottobre 2004. Sempre in Unione Europea, anche il gatto deve essere munito di microchip, mentre per i viaggi verso Finlandia, Regno Unito, Irlanda e Malta degli animali da compagnia è necessario il trattamento preventivo per l’echinococco.

Non solo. I proprietari di gatti e furetti possono iscrivere volontariamente i propri animali nelle anagrafi regionali, mentre i medici veterinari liberi professionisti possono registrare i gatti per libera scelta dei proprietari anche nella banca dati privata denominata “Anagrafe Nazionale Felina” realizzata dall’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani).

E per i Paesi extra UE? Qui l’introduzione di animali al seguito è regolamentata dal Paese di destinazione e, quindi, prima di portare il gatto in vacanza, è consigliabile contattare l’ambasciata in Italia o direttamente l’Autorità del Paese verso cui si intende andare.

Medicine e suppellettili

Tra i medicinali da non dimenticare ci sono di certo quelli calmanti per il viaggio, sia esso in auto, treno o aereo: qui, infatti, i gatti possono soffrire di cinetosi, ma anche di problemi psicologici cui è bene porre rimedio o con dei tranquillanti che devono essere prescritti dal veterinario o con dei rimedi naturali come i fiori di bach o i feromoni.

È importante portare con sé anche medicinali che prevengano e curino tanto il vomito quanto la diarrea, manifestazioni naturali quando il gatto è impaurito o sotto stress per via del cambio di ambiente.

Infine, è bene procurarsi degli antiparassitari e un mini-kit di pronto soccorso da comporre con i consigli del veterinario.

Per tranquillizzare il gatto, poi, si possono usare anche altri oggetti, come il suo gioco preferito o il panno che usa per dormire, che sia quindi impregnato del suo odore.

Dargli da bere acqua fresca, poi, evita il problema dei colpi di calore (frequenti soprattutto durante le vacanze estive), mentre ricompensarlo con piccoli bocconcini di cui è ghiotto rappresenta uno sprono a continuare a comportarsi bene.

Quali oggetti sono necessari nella valigia di un gatto in vacanza?

Tra gli oggetti che non possono mancare nella valigia da preparare prima di portare il gatto in vacanza ci sono:

  • una ciotola per l’acqua;
  • la lettiera da viaggio;
  • collarino e cinghietta;
  • il trasportino;
  • tutto il necessario per l’igiene in viaggio (come le salviette umidificate e un asciugamano).

Viaggiare informati

Come specificato sopra il miglior comportamento che un proprietario possa avere nei riguardi del proprio gatto prima di andare all'estero è contattare l'ambasciata.

Se da un lato queste informazioni predispongono il viaggio da un punto di vista legislativo con tutte le vaccinazioni e le documentazioni richieste dal paese ospitante, dall'altro informeranno il proprietario sulla situazione sanitaria della loro meta.

Esistono patologie trasmissibili ai nostri gatti che non rientrano in un piano nazionale di prevenzione vaccinale ma che, allo stesso modo, possono nuocere alla sua salute.

Informarsi sulle patologie a cui il nostro gatto puó essere esposto e soprattutto ai metodi di contagio ci metterà in condizione da poter prevenire il peggio.

Se ad esempio sappiamo che le acque salmastre di un fantastico lago che visiteremo in Cambogia presentano un alto tasso di Toxoplasma Gondii eviteremo di farci bere il gatto.

Paese che vai, veterinario che trovi

Si dice che il mondo è bello perchè è vario, ma non sempre questo è un bene. La medicina veterinaria, a seconda del luogo che andremo a visitare nel mondo, può avere differenti gradi di specializzazioni.

Questo significa che se si decide di portare il gatto in vacanza, probabilmente, in caso di emergenza, potremmo faticare a trovare un veterinario capace di gestire il nostro animale domestico.

Basti pensare alla foresta amazzonica brasiliana in cui, a parte rare eccezioni, il gatto non è particolarmente curato. Infatti il grado di specializzazione dei veterinari autoctoni verte verso l'allevamento bufalino a discapito di fondamentali conoscenze della clinica felina.

Questo significa che è consigliabile evitare una qualunqie sintomatologia prevenendo il tutto con l'informazione.

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Articolo revisionato da:

Francesco Reina
Assistente veterinario

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