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portare un gatto all estero

Informazioni utili se si pensa portare un gatto all'estero.

© Yaya Photos / Shutterstock

Quali sono i passi per portare un gatto all'estero?

Di Francesco Reina Assistente Veterinario

aggiornato il

Trasferirsi fuori dall'Italia con il proprio micio non è semplice ma neanche impossibile. Ecco le cose da sapere prima di portare un gatto all'estero.

Sognate di andare a vivere all'estero o avete deciso di cambiare vita alla ricerca di nuove opportunità? O ancora... siete stati promossi al lavoro per una importante commessa oltreconfine e volete portare con voi il vostro amato gatto?

Diciamo subito che portare un gatto all'estero un'operazione complessa sotto svariati punti di vista ma assolutamente alla portata purchè ci si muova con largo anticipo.

Proviamo a dare una lista di cose da fare, con tutti i necessari suggerimenti, divisa per punti, così da muoversi agilmente tra tutte le formalità ed accorgimenti di salute necessari.

La documentazione per portare un gatto all'estero

Oltre al comune libretto sanitario del gatto (quello che portate con voi ad ogni visita dal veterinario), il documento più importante di cui munirsi per portare un gatto all'estero è il passaporto europeo per animali da compagnia.

Si tratta di un fascicoletto di colore blu che riporta:

  • le generalità e l'indirizzo del proprietario;
  • il numero di microchip del gatto, una sua foto (facoltativa ma molto utile);
  • l'attestazione dello stato di buona salute di quest'ultimo;
  • le vaccinazioni obbligatorie effettuate.

In caso di viaggio infatti, è necessario mettere il microchip al gatto per una sua identificazione e per la riconsegna al proprietario in caso di smarrimento.

È inoltre assolutamente obbligatoria la vaccinazione antirabbica e, per alcuni Paesi (soprattutto Regno Unito, Irlanda, Svezia ed alcuni altri) anche la titolazione anticorpale nei confronti di questa malattia.

Questo ulteriore adempimento assicura che non vi sia stata alcuna infezione o contatto con la rabbia nel periodo immediatamente precedente il vaccino.

Quando preparare tutta la documentazione?

Come detto, bisogna muoversi per tempo prima di portare un gatto all'estero: la vaccinazione antirabbica va effettuata 30 giorni prima della partenza ed è necessario informarsi se il Paese di destinazione chiede anche la titolazione anticorpale, altrimenti si rischia il respingimento alla frontiera o la quarantena obbligatoria per l'animale.

Il cambiamento di un gatto in viaggio

Per il gatto ogni spostamento dal proprio ambiente domestico (a volte anche il semplice cambio di disposizione dei mobili di casa) costituisce una fonte di stress.

Il viaggio e la sistemazione nella nuova casa agitano molto il micio che, non riconoscendo più il proprio territorio, potrebbe diventare pauroso o aggressivo o sviluppare alcuni disturbi psicosomatici come la cistite da stress.

Inoltre avrà bisogno di un po' tempo per riambientarsi e strofinarsi nel nuovo ambiente per farlo proprio.

Come dunque prevenire questi inconvenienti?

Innanzitutto, prima di viaggiare, bisogna far visitare il gatto al proprio veterinario di fiducia: dopo un controllo accurato vi verrà rilasciato un certificato di buona salute e al gatto saranno fatte tutte le vaccinazioni obbligatorie.

Potrete poi esprimere tutti i vostri dubbi in merito alla situazione e, se ritenuto opportuno, potrà essere prescritto un tranquillante (farmaco o parafarmaco) da somministrare al micio per rendere più sereno il viaggio e la nuova sistemazione.

Attenetevi scrupolosamente ai consigli del medico veterinario e riferitegli qualsiasi dettaglio su eventuali cambiamenti di comportamento del vostro beniamino.

Appena giunti nella vostra nuova casa cercate, per quanto possibile, di riproporre al gatto la solita routine e gli orari di coccole e pasti.

Dategli i suoi accessori di sempre (cuccia e giochi) e lasciatelo ambientare gradualmente, stanza dopo stanza.

Per i primi momenti è opportuno non far uscire il piccolo perchè potrebbe fuggire in cerca della sua vecchia casa o...litigare coi nuovi vicini!

Il viaggio con il gatto

Portare un gatto all'estero richiede anticipazione! ©Monamocca / Shutterstock

In auto o in treno

Se viaggiate con mezzi terrestri, come macchina o treno, tendenzialmente le regole sono quelle di sempre:

  • fate sgranchire le zampe al vostro amico ogni circa 2 ore;
  • non lasciatelo mai privo di acqua fresca e pulita.

Ovviamente dovrà viaggiare nel suo trasportino in modo da essere al sicuro e non creare disturbo agli altri viaggiatori.

Informatevi con il veterinario su come prevenire eventuali episodi di nausea: il gatto potrebbe cominciare a salivare copiosamente, rigurgitare oppure rannicchiarsi sul pavimento con gli occhi "a palla".

Si tratta di un inconveniente innocuo ma molto stressante per il micio. Tramite alcuni prodotti sarà possibile prevenire i sintomi e assicurargli un viaggio sereno.

A questo proposito è sempre indicato somministrare pasti leggeri qualche ora prima della partenza così da limitare il lavoro di stomaco e intestino durante il tragitto e prevenire il vomito.

Viaggiare in aereo con il gatto

Le cose invece si fanno più complesse se si viaggia in aereo o in nave. Alcune compagnie aeree accettano animali domestici a bordo mentre altre no.

Informatevi bene per trovare eventuali soluzioni alternative con largo anticipo ed acquistate trasportini che assecondino il regolamento della compagnia.

Quelle che accettano animali solitamente propongono due possibilità: il gatto può viaggiare unitamente al proprio padrone in cabina (come una sorta di bagaglio a mano, contrassegnato con la sigla di "pet in cabin" ) oppure essere messo in stiva.

Benchè pressurizzata ed idonea per il trasporto di animali domestici in sicurezza, in quest'ultima l'aria è comunque più rarefatta e in essa vengono raggiunte temperature più elevate che nella fusoliera superiore anche a seconda delle caratteristiche tecniche dell'aeromobile.

Si tratta quindi di una soluzione meno piacevole per il micio e, se possibile, da evitare.

Viaggiare in nave con il gatto

Infine...la nave! D'accordo non siamo più nell'epoca dei viaggi transoceanici dei nostri nonni che cercavano fortuna in America ma... può sempre capitare di dover prendere un traghetto!

Solitamente si tratta di navi grandi perciò i movimenti oscillatori saranno percepiti con meno intensità dal gatto, almeno in caso di mare calmo.

Conviene comunque, anche in questo caso, chiedere consiglio al veterinario su come far viaggiare opportunamente il nostro amico e soprattutto contattare la compagnia di navigazione per conoscerne il regolamento in merito al trasporto di animali.

Valgono più o meno le modalità spiegate per il viaggio in aereo, col vantaggio che non vi è alcuna necessità di pressurizzare le cabine e respirando così la normale aria ambientale.

Insomma, abbiamo fatto un...viaggio all'interno del mondo dei viaggi col nostro amato Micio. Ci sono tante cose da fare ma, se ci si organizza con calma e anticipo, tutto riesce alla perfezione!

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