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Cane e gatto randagi

Cane e gatto randagi.

© Anton Watman / Shutterstock

C'è solo un modo per combattere il randagismo

Di Grazia Fontana Country Manager

Pubblicato il

Il randagismo è un problema diffuso in Italia. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa farebbero per combatterlo. Ecco le idee.

Il randagismo rappresenta una sfida complessa che coinvolge molteplici aspetti, dai costi elevati delle cure mediche alla mancanza di regolamentazioni efficaci.

Vi avevamo chiesto di condividere con noi le vostre preoccupazioni e di proporre quelle che secondo voi potrebbero essere le soluzioni più appropriate per affrontare questo problema crescente. Siete stati in tanti a risponderci, e per questo vi ringraziamo, adesso speriamo di poter far arrivare tutte le nostre voci a chi di dovere.

IVA troppo alta

Uno degli ostacoli principali evidenziati è l'elevata aliquota IVA applicata alle cure veterinarie, rendendo oneroso l'assistere ai bisogni sanitari degli animali, che si può tradurre, nei casi più gravi, a rinunce di proprietà e abbandono, alimentando così il fenomeno del randagismo.

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Da anni ormai, vengono proposti al Governo emendamenti per abbassare l'IVA dal 22 al 10%, ma dopo aver superato il vaglio di ammissibilità, la proposta viene puntualmente respinta. I nostri animali domestici sono quindi tassati al pari di oggetti. Le spese per i nostri amici a quattro zampe non vengono considerate quindi "rese alla persona" e presentano l'aliquota massima.

Un aiuto in più potrebbe essere l'introduzione di un bonus spese veterinarie e una riduzione delle spese in base all'ISEE, garantendo che le risorse finanziarie non siano un impedimento per fornire cure mediche adeguate. Vero è che esiste il bonus animali domestici, con detrazione del 19% sull'Irpef, ma sarebbe ancora più conveniente se ci fosse una sorta di Assegno Unico, come quello istituito per i figli a carico.

Di fondo, c'è un problema culturale: avere un animale da compagnia non viene visto come "aiuto" a un essere vivente, ma come un bene di lusso. Tutte queste ragioni scoraggiano senza dubbio i futuri adottanti che si vedono impossibilitati ad accogliere un nuovo membro in famiglia.

Mancanza di pene efficaci

Un altro aspetto critico è la mancanza di sanzioni adeguate per chi abbandona gli animali o li maltratta. Ad oggi, l'abbandono e il maltrattamento (senza differenziazione di pene) è punito con multe fino a 30.000 euro e con l'arresto fino a due anni. Peccato, però, che fino a 4 anni di reclusione ci sia la possibilità di "sospendere" la detenzione, lasciando a piede libero chiunque torturi un animale (la storia di Aron, il cane bruciato vivo a Palermo, ne è un esempio).

I nostri lettori dunque si sono stretti in un unico coro proponendo l'implementazione di pene più severe, con multe salate per l'abbandono e il carcere per i casi di maltrattamento, andando sino all'ergastolo per i casi più gravi. Questa azione dissuasiva mira a scoraggiare comportamenti irresponsabili e crudeli e, ovviamente, l'abbandono.

Comuni impotenti

La mancanza di supporto da parte dei comuni per le sterilizzazioni è un'altra questione sollevata. Più sono gli abbandoni per strada, più aumentano riproduzioni e cucciolate.

Intervistati da Wamiz, i nostri lettori hanno suggerito di rendere obbligatoria la sterilizzazione, da seguire con l'inserimento di un chip identificativo, anch'esso obbligatorio, sia per cani che per gatti. Certo è che tale misura andrebbe a impedire le riproduzioni degli animali di razza, ma cominciare già con la promozione di sterilizzazioni gratuite e sensibilizzare sui benefici di tale intervento può contribuire a contenere la proliferazione degli animali randagi.

Come abbiamo visto durante la nostra inchiesta sul volontariato al sud, le ASL comunali sono spesso cariche di lavoro o comunque non attrezzate a far fronte a questo vasto problema del nostro paese. Lo Stato dovrebbe quindi dare più potere economico ai singoli comuni per provvedere alle mancanze e/o dare la possibilità a dei veterinari convenzionati di effettuare l'intervento a costo zero o ridotto ai minimi. Ci sono vari medici privati oggi che, per pura bontà di cuore, aiutano le volontarie sul territorio fornendo sterilizzazioni gratuite, ma sono ancora troppo pochi per far fronte a un problema nazionale.

Il futuro

Un ultimo punto importante è quello di formare le generazioni future: serve promuovere il rispetto degli animali fin dalla giovane età, inserendo programmi educativi nelle scuole per sensibilizzare i bambini sull'importanza della cura degli animali e alle adozioni responsabili che non sfocino poi in abbandoni.

Il futuro si costruisce sin da oggi con le generazioni di domani, perché purtroppo alla base del randagismo c'è anche, e soprattutto, un problema culturale.

Caro Stato italiano, 

Combattere questo triste fenomeno richiede un approccio multifattoriale che affronti sia le sfide economiche che culturali. Queste proposte offrono un valido punto di partenza per avviare una discussione su come migliorare le condizioni degli animali randagi, promuovere un impegno collettivo verso il loro benessere e ridurre (o azzerare, com'è successo in Olanda), la presenza di quattro zampe senza casa e abbandonati ai pericoli della strada.

Noi di Wamiz ci teniamo a disposizione per portare avanti le idee dei nostri lettori e di tutti gli amanti degli animali, perché solo se siamo tutti uniti riusciremo a ottenere delle vittorie per i nostri amici pelosi!

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