La malattia di Lyme nel cane, detta anche borreliosi di Lyme, è una malattia di origine batterica che colpisce anche gli uomini.
I primi casi di borreliosi di Lyme furono riscontrati nel 1970 in Scandinavia. La malattia deve il suo nome, però, alla cittadina americana Lyme, appunto, nel Connecticut, in cui ci fu il primo caso di epidemia.
L’epidemia si manifestò nel 1975 con un forte, quanto misterioso, aumento dei casi di artrite, specialmente infantile e i cui sintomi più evidenti erano eritemi cutanei, anche di 50 cm, dolori articolari e mal di testa.
Cause della malattia di Lyme
La malattia di Lyme nel cane, come nell’uomo, è prevalentemente veicolata dal morso della cosiddetta "zecca del bosco", la Ixodes ricinus, che abita le zone rurali e i boschi.
Sia i cani che gli uomini sono ospiti occasionali della zecca del bosco, che predilige piccoli roditori selvatici.
La zecca del bosco è il serbatoio dell’infezione e trasmette il patogeno responsabile della malattia. Dopo aver morso un animale malato, la zecca diventa veicolo di trasmissione della malattia di Lyme, al cane come all’uomo.
Le varianti della borelliosi di Lyme
Del batterio che trasmette la malattia di Lyme nel cane esistono quattro varianti:
- la borrelia burgdorferi, presente negli Stati Uniti e in Europa;
- la borrelia garinii, presente in Europa;
- la borrelia afzelii, presente in Europa;
- la borrelia japonica, presente in Giappone.
La patogenicità per il cane della borrelia garinii, di quella afzelii e della borrelia japonica è ancora oggetto di discussione.
La zecca dei boschi unica responsabile?
È ancora in discussione se la zecca dei boschi sia l’unico vettore patogeno, sia l’unica cioè che trasmette la malattia di Lyme ai cani e agli uomini, visto che ci sono delle zone non infestate da zecche che riportano, però, casi di borreliosi di Lyme.
Non è improbabile quindi che la malattia possa essere veicolata anche da altri insetti ematofagi.
Quali sono i sintomi della malattia di Lyme?
Si suppone che, perché avvenga il contagio della malattia di Lyme nel cane, la zecca debba restare attaccata per 48 ore all’animale, mentre sarebbero sufficienti 24 ore perché il contagio avvenga nell’uomo.
Non tutti i cani, o tutti gli uomini, morsi da una zecca sviluppano la malattia di Lyme pur risultando positivi ai test.
I sintomi della malattia di Lyme negli uomini
Il primo sintomo della malattia di Lyme nell’uomo in genere è l’eritema cutaneo (noto come eritema cronico migrante, o ECM) di piccole dimensioni.
Nel giro di qualche giorno o settimana la caratteristica “macchia a bersaglio” si estende fino a diventare un eritema circolare, triangolare o ovale che può avere dimensioni variabili, dai 10 ai 50 cm e che può diffondersi su tutto il corpo, per poi scomparire.
I sintomi nel cane della malattia di Lyme
Anche nel cane si presenta un eritema migrante, ma nei nostri amici a quattro zampe i sintomi della malattia di Lyme compaiono 2–5 mesi dopo il morso della zecca e sono accompagnati da:
- febbre alta;
- zoppia con deviazione delle zampe e gonfiore articolare;
- ingrossamento dei linfonodi;
- un generale abbattimento;
- inappetenza.
Ovviamente la gravità della malattia di Lyme nel cane varia tanto a seconda dello stato di salute del sistema immunitario del nostro amico peloso: se il cane aveva già problemi di immunodeficienza il decorso sarà più veloce e la malattia più grave.
Essendo una malattia infiammatoria multisistemica la borreliosi può interessare, oltre che la cute, anche il sistema cardiaco e articolare dei nostri amici a quattro zampe, attaccando anche i reni e il sistema nervoso.
Infatti può comportare:
- artrite;
- poliartrite;
- patologia renale;
- disfunzioni neurologiche;
- aritmia cardiaca con miocardite.
Diagnosi e terapia della malattia di Lyme nel cane
Per diagnosticare la malattia di Lyme nel cane esistono test sierologici, anche se la loro positività indica l’esposizione al fattore patogeno, non la malattia clinica in corso.
La terapia migliore contro la malattia di Lyme è, ovviamente, la prevenzione:
- è bene mettere al proprio amico peloso gli antiparassitari esterni con regolarità;
- fare a lui, e a se stessi, uno screening attento al pelo e alla pelle ogni qualvolta si frequentano animali, pascoli o zone “pericolose” dal punto di vista delle infestazioni da zecche.
Abbiamo detto che l’aracnide deve restare attaccato per 48 ore per poter trasmettere la borreliosi ai nostri amici a quattro zampe, quindi la rimozione tempestiva della zecca è sicuramente la prima mossa da compiere per evitare l’insorgere della malattia.
Quando la borreliosi viene diagnosticata rapidamente, la prognosi è eccellente ed è sufficiente una cura antibiotica contro l’agente infettivo per ripristinare la situazione. Di solito viene prescritta una terapia a base di amoxicillina per trenta giorni.
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Articolo revisionato da:
Francesco Reina
Assistente veterinario