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Cucciolo di gatto con pelo grigio

Tutto sui colori del pelo del gatto.

© OksanaSusoeva / Shutterstuck

Come può essere il pelo del gatto?

Di Claudia Scarciolla Redattrice | Traduttrice

aggiornato il

Indole, razza, tratti e pelo del gatto sono elementi che caratterizzano i mici. La pelliccia, in particolare, presenta giochi di colore sempre nuovi.

Il pelo del gatto è quello che distingue un esemplare dall’altro definendo, a grandi linee, la sua razza. Infatti, se nelle macro famiglie di gatti si possono distinguere delle caratteristiche comportamentali e particolarità del pelo generalizzate, nello specifico ogni gatto porta con sé la sua unicità.

All’origine del suo addomesticamento, il gatto era caratterizzato da un manto tigrato, detto tabby, che gli permetteva di mimetizzarsi bene nell’ambiente naturale in cui viveva.

Con il tempo, la mutazione genetica, gli incroci selezionati effettuati dall’uomo e la non più stretta necessità di sopravvivenza in una natura selvaggia hanno addolcito, non solo il carattere, ma ne hanno selezionato una tipologia di pelo uniforme, suddivisa in quelle che oggi vengono definite le razze di gatti con pedigree non presenti in natura.

Da cosa dipende il colore del pelo del gatto?

Il colore del gatto e le sue sfumature sono dovute a due elementi contenuti nella melanina che danno colorazione differente allo scapo (al pelo che si accarezza).

Un pigmento produce il colore rosso e il giallo, l’altro il nero e il marrone. A seconda di quanto pigmento risulta esserci, il pelo può assumere una colorazione completamente nera, marrone, rossa o bianca, quando il gatto non presenta tracce di melanina nel suo pelo.

Quali sono i tipi di pelo del gatto?

Le tipologie che classificano il pelo del gatto sono:

Self o solido

Si parla di self o solido quando il pelo del gatto presenta un unico colore, senza sfumature o disegni particolari sul mantello.

Pelo del gatto con colore unico. Bellezza nero-marrone scuro. ©Pixabay

Tricolore

Il mantello tricolore si presenta solitamente con base bianca alle quali si associano colori differenti. Di questo tipo di pelo si distinguono a loro volta:

  • il bianco-nero;
  • l'arlecchino;
  • il pelo tartarugato;
  • con o senza bianco o nero;
  • la colorazione Van, gatto tutto bianco con colori solo sulla testa e la coda. Questa varietà è tipica della razza di gatto Turco Van;
  • il Mitted, che presenta del bianco solo sulle zampe, come è il caso del Ragdoll.
Pelo di gatto color arlecchino con diversi colori e sfumature.​​​​​©Pixabay

Argento

Il pelo argento si presenta con base bianca e punte colorate con tipping, ossia macchie di colore su alcune parti del corpo del felino che danno vita a varie sfumature, spesso determinanti una razza particolare del gatto stesso.

Il pelo argento del gatto, infatti, può essere:

  • smoke o fumé;
  • bianco con tipping (bianco, nero, rosso) sui due terzi del manto;
  • shaded, quando il colore si trova su circa un terzo del corpo. Le sfumature del pelo shaded possono essere color cameo, quando vi è una punta di rosso, nero, blu, lilac o chocolat. Solitamente i gatti con questo pelo hanno la particolarità di avere il naso tendente al rosso e bordato da una riga nera.
  • Il pelo argento chincillà, invece, è un tipo di pelo grigio molto chiaro che presenta una leggera sfumatura colorata sulle punte del pelo del corpo del felino (solitamente sul dorso), mentre il resto è completamente bianco.
Gatto persiano chincillà. ©Talitha Botha / Shutterstock

Colorpoint

Il colorpoint è il tipico colore del gatto siamese. Il corpo del gatto è dunque di base marrone chiaro, con coda, piedi, e mascherina della faccia colorati di un marrone scuro, a cui fanno contrasto gli occhi color azzurro.

Questa tipologia di pelo risulta essere fotosensibile, tanto che i gatti siamesi, o simil siamesi tendono a cambiare le sfumature del manto durante il corso della loro vita e al susseguirsi delle stagioni.

I gattini, infatti, nascono bianchi poi si scuriscono man mano che crescono, fino a raggiungere, in alcuni casi, un colore marrone molto scuro sulle zampe, sul dorso, sulla testa e sulla coda.

Tipico gatto simil-siamese. ©Pixabay

Tabby

Il Tabby è un tipo di mantello striato il cui colore è dato da due tonalità base in contrasto.

A seconda di come la melanina prodotta dall’animale viene distribuita sul mantello, si hanno delle trame del disegno differenti.

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Come si presenta il pelo del gatto tigrato (Tabby)?

I disegni presenti sul pelo del gatto striato possono essere di vario tipo.

Il mantello di tipo Abissino, è un tipo di pelo che presenta delle bande di colore diverso alternate ad una base dal colore uniforme che può essere chocolate, cinnamon, nero o fawn.

All’apparenza il mantello del felino risulta essere come “evidenziato” o ancor meglio “spruzzato” (dall’inglese “ticked tabby”) qua e là da macchie di colore più scure. Questo tipo di manto ricorda molto la savana e l’idea di un felino selvaggio. Questo è, dunque, il mantello tipico del gatto Abissino.

Esemplare di gatto Abissino. ©Anton Watman / Shutterstock

Mackerel

Il tigrato Mackerel presenta sul dorso un disegno a squama di pesce, la cui linea principale, solitamente nera, traccia dalla testa alla punta della coda.

Sui fianchi, spalle e cosce sono visibili macchie sottili, parallele. Mentre sulle zampe, questi segni danno l’idea di tracciare come degli anelli.

Sulla testa, questa trama traccia una M che lascia scoperti dalla tigratura il contorno degli occhi.

Gli occhi sono contornati da altre righe più sottili, che contrastano con il colore del manto più chiaro, che mette in risalto tutta la trama del pelo. Questo tipo di tigrato risulta tipo del pelo del gatto soriano.

Cucciolo di gatto soriano con striature cameo. ©Pixabay

Tabby spotted

Il Tabby spotted è un tipo di pelo striato che si presenta come un disegno maculato a macchie uniformi. Come il tabby mackerel  questo tipo di pelo può avere una striatura che traccia ininterrottamente una linea scura dalla coda alla testa, sulla quale si forma una M che lascia liberi gli occhi.

Macchie più striate si trovano sui lati del viso e sulle zampe, mentre il dorso appare come spruzzato con piccole macchie.

Gatto: pelo tabby spotted grigio. © Julianne Berokoff / Shutterstock

Tabby blotched

Il Tabby blotched traccia un disegno sul dorso che ricorda quello di una farfalla e come tigrato risalta perché i disegni risultano essere tracciati con precisione, come se a idearlo fosse la mano di un pennello ben allenato.

Non si tratta di una striatura a righe ben marcata, ma appare piuttosto concentrica, soprattutto sui lati del corpo. La variante del pelo tabby blotched rosso è quella più particolare e appariscente.

pelo del gatto tabby blotched
British Shorthair, gatto di razza a pelo tabby blotched. © Sergey Dubrov / Shutterstock

C’è legame tra il colore del pelo e il carattere del gatto?

Nonostante non vi siano prove scientifiche in merito, in molti credono che il colore del pelo del gatto determini il suo carattere.

Questo solitamente è detto per i gatti comuni, mentre per quelli di razza, è la famiglia d'appartenenza a determinare le loro caratteristiche.

  • Il gatto nero: buono, riservato e molto leale nei confronti del suo compagno umano, è da sempre bistrattato perché in molti lo credono essere un simbolo porta sfortuna
  • Il gatto bianco: tranquillo, affezionato alla famiglia che lo ospita e docile, risulta essere una presenza molto elegante e delicata.
  • Il gatto rosso: definito molto vivace e attivo, da cuccioli sono i più terribili, curiosi e spontanei, tra le razze di gatti. 
  • Il gatto tigrato: carattere buono e gentile, spesso non comunica e risulta essere diffidente nei confronti degli umani.
  • Il gatto grigio: tranquillo e pacato è un’ottima compagnia.
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Ogni gatto ha un suo carattere personale. Si possono incontrare gatti rossi tranquilli o gatti neri indemoniati che non stanno mai fermi.

Il carattere di un gatto dipende dall’ambiente in cui cresce, quelli salvati dalla strada hanno la tendenza ad essere più diffidenti e meno socievoli. Solitamente un gatto riconosce un solo umano della famiglia come suo punto di riferimento.

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Articolo revisionato da:

Francesco Reina
Assistente veterinario

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