La morte di Simona Cavallaro, 20enne sbranata da un branco di cani randagi nei pressi di Monte Fiorino (Calabria) ha riacceso l'attenzione sulla pericolosità o meno di alcuni quattro zampe.
Questo terribile incidente ci ha naturalmente scioccato per la sua ferocia, ma anche perché parlare di morso di cane è come una pugnalata alle spalle. In effetti, addomesticato da millenni, il cane ha conosciuto un'importante evoluzione nel corso dei secoli ed oggi è il nostro compagno più fedele, un vero e proprio membro della famiglia.
Come si spiega quindi che il migliore amico dell'uomo si rivolge contro di lui in questo modo? Questo triste fatto ci ricorda che i cani non sono né giocattoli né macchine, ma esseri senzienti con il loro istinto e le loro emozioni.
L'aggressività fa parte del normale modello comportamentale dei canidi (cani, volpi, lupi, ecc.), e i morsi di cane ne sono una conseguenza. Ma per quanto terribile sia questa notizia di cronaca, bisogna tenere presente che rimane un evento abbastanza inconsueto: le morti per morso di cane, infatti, sono estremamente rare.
Un morso di cane mortale è molto raro
Secondo Codacons, «in Italia si registrano ogni anno 70 mila casi di aggressioni all’uomo da parte di cani», aggiungendo che:
«Al di là del caso specifico e delle dinamiche che hanno causato l’aggressione, è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolose per l’uomo. Indipendentemente dall’educazione che si dà al proprio animale, è universalmente riconosciuto che esistono razze, come i Pitbull o i Rottweiler, che per le loro caratteristiche (potenza, robustezza, dentatura) possono provocare ferite letali in caso di morsicatura. L’aver eliminato – prosegue l’associazione – la lista delle 17 razze di cani a rischio introdotte dall’ex Ministro Sirchia ha di fatto cancellato qualsiasi obbligo per i loro proprietari, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza, e ha portato ad un aumento di attacchi».
Inoltre, i cani affetti dalla rabbia, trasmettono la malattia mediante il contatto con la saliva, ad altri animali o all'uomo. Perciò, è fondamentale, per chiunque corra il rischio di essere contagiato da questa malattia mortale, di proteggersi con il vaccino antirabbico.
Il cane, il cugino del lupo
Anche se a volte sembra difficile da credere quando osserviamo il nostro fedele compagno giocare con i bambini, crogiolarsi al sole sulla terrazza o implorare abbracci, l'aggressività, come abbiamo detto, fa parte del comportamento naturale del cane.
Ecco perché l'uomo l'ha addomesticato decine di migliaia di anni fa! Perché aveva bisogno di un aiutante per sorvegliare la casa, difendere il bestiame dagli attacchi dei predatori o aiutarlo a cacciare.
Non dimentichiamo che il cane è il cugino del lupo, grande cacciatore. Per il lupo, l'aggressività non è un difetto: è proprio questo a consentirgli di cacciare, difendere i suoi piccoli e quindi garantire la continuazione della specie.
La stragrande maggioranza dei cani esprime poca o nessuna aggressività naturale nei confronti dell'uomo. La specie canina ha infatti sviluppato un profondo attaccamento alla specie umana.
I diversi tipi di morso di cane
I veterinari comportamentali classificano le aggressioni canine in diversi tipi:
- Aggressione materna: il cane protegge i suoi cuccioli;
- Aggressione territoriale: il cane difende il suo territorio;
- Assalto da irritazione: il cane è infastidito o dolente e vuole far cessare un determinato comportamento;
- Aggressione da paura: il cane è intrappolato e trova solo l'attacco come via d'uscita;
- Aggressione gerarchica: il cane dominante ricorda a coloro che considera inferiori (altri cani o l'uomo) che è lui a "comandare";
- Aggressione predatoria: il cane riproduce un comportamento da cacciatore.
Quest'ultimo tipo di aggressione è il più grave perché mira a uccidere la preda. Questo atteggiamento lo si incontra spesso con cani di grossa taglia su cani di piccole dimensioni o gatti, ma a volte anche sui bambini.
Quando i cani sono in gruppo, l'effetto branco può rafforzare comportamenti aggressivi poiché gli animali si addestrano a vicenda.
Cosa fare in caso di morso di cane per prevenire incidenti?
Conoscere le situazioni in cui potrebbe esserci il rischio di un morso di cane è essenziale per i padroni di cani per evitare incidenti e prevenire con la giusta educazione.
1. Alcuni cani sono adatti solo a padroni esperti
Va notato, tuttavia, che questa aggressività è ancora tutt'oggi desiderata, persino incoraggiata dall'uomo: questo è il caso dei cani da guardia e d'attacco dell'esercito o della polizia.
Tali animali, addestrati ad aggredire, possono rivelarsi delle vere "armi" e necessitano un proprietario esperto.
2. Non trascurare l'imprinting del cane
Anche l'intervento umano nei primi mesi di vita del cucciolo è cruciale: il comportamento innato del cane si forma infatti a partire da un tipo di apprendimento e avviene in un periodo sensibile del cane (che va dalle 4 alle 8 settimane di vita): con ciò si indica il cosiddetto imprinting canino.
È quindi possibile educare un cucciolo a non mordere, se si interviene nei primi mesi di vita.
3. Non dimenticare di fornirgli una giusta socializzazione
Un cane giovane, maltrattato o trascurato può "perdere" la sua capacità di socializzare con l'uomo (o un tipo di uomo, come i bambini) e diventare pericoloso.
In effetti, fin dalla tenera età, i cuccioli devono essere preparati all'arrivo in famiglia e messi in contatto con tutte le tipologie di persone per intrecciare un legame amichevole con la nostra specie. Altrimenti, possono diventare paurosi e aggressivi verso le persone sconosciute.
Mai dimenticare quanto sono importanti i nostri amici cani!
La tragedia della giovane studentessa uccisa dai cani non dovrebbe farci dimenticare ciò che ci ha portato e ci porta ancora oggi la specie canina. Quante vite sono state salvate o migliorate grazie ai nostri fedeli complici!
Dai cani da valanga ai cani poliziotto, per passare ai cani guida, quanto sono preziosi e utili i nostri amati cani! Per non parlare poi di tutti quei pelosetti che illuminano la nostra vita ogni giorno.
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Articolo scritto in collaborazione con:
Isabelle VIXEGE
Medico veterinario francese