La noce di cocco è un alimento delizioso e nutriente che fa parte della dieta di noi esseri umani, ma i cani possono mangiare il cocco? La risposta è sì, ma a certe condizioni.
E in quali forme? Oltre ai frutti che i cani possono mangiare che abbiamo già analizzato, ecco cosa sapere sul cocco ai cani.
I cani possono mangiare il cocco?
La risposta a questa domanda è sì: i cani possono mangiare il cocco. Come le fragole e il mango, anche piccole quantità di cocco possono fare bene ai cani. Ma anche se i cani possono mangiare il cocco, è necessario limitarne la quantità e consultare il veterinario prima di dargliene.
La polpa del cocco è ricca di vitamine, minerali e grassi che possono apportare benefici all’organismo di Fido. Che sia crudo, essiccato, frullato in latte o spremuto in olio, il cocco è un'ottima aggiunta alla dieta del cane, purché sia somministrato con attenzione.
Il cocco fa bene ai cani
La polpa del cocco è ricca di grassi sani, minerali, vitamine e fibre, che rendono le noci di cocco un'aggiunta preziosa alla dieta del cane. Eccone alcuni dei benefici:
- Ha un effetto antinfiammatorio, accelera la guarigione delle ferite e dei processi allergici e lenisce il prurito. Inoltre, rafforza le articolazioni in caso di artrite.
- Rafforza il sistema immunitario, importante per combattere le infezioni causate da virus, batteri, funghi o parassiti.
- Migliora le condizioni della cute e la qualità del pelo.
- Ha un effetto antiossidante, grazie al suo contenuto di vitamina E, gruppi B e composti fenolici.
- Fornisce energia, perché per ogni 100 g di cocco equivale a circa 350 calorie.
- Regola il transito intestinale, la consistenza delle feci e mantiene una flora equilibrata grazie al suo contenuto di fibre.
- Protegge le funzioni cognitive dei cani anziani grazie all'apporto di acidi grassi a catena media, tra cui predomina l'acido laurico. Quest’ultimo aiuta anche a ottenere un profilo lipidico del sangue più sano, riducendo il rischio di sviluppare malattie cardiache.
Inoltre, è stato dimostrato che le diete chetogeniche contenenti questo tipo di acidi grassi hanno proprietà antiepilettiche, ma non dovrebbero mai sostituire i farmaci prescritti dal veterinario.
Quando il cocco fa male ai cani?
Come detto, i cani possono mangiare il cocco, ma ci sono situazioni in cui il rischio per i nostri animali domestici supera i benefici:
- L'ingestione della buccia esterna può rappresentare un rischio per la salute di Fido, in quanto può rimanere bloccata nel tratto gastrointestinale e/o causare irritazioni.
- A causa dell'elevato contenuto di grassi presenti in questo frutto, la sovralimentazione può portare a un aumento di peso indesiderato e favorire l'obesità, con conseguenze sulla salute generale e su quella delle articolazioni.
- Negli esemplari che soffrono di diabete o di disturbi epatici, pancreatici o digestivi, che hanno un basso fabbisogno nutrizionale in termini di grassi, potrebbe aggravare la loro malattia.
- A causa dell'elevato contenuto di potassio, si sconsiglia di offrire il cocco ai cani che soffrono di alcune patologie renali o del morbo di Addison, poiché queste condizioni li predispongono ad accumulare potassio, aumentando il rischio di iperkaliemia e i suoi gravi effetti sull'attività cardiaca.
- Se il cane è intollerante al cocco, i segni possono essere tosse, orticaria, prurito, naso che cola, infiammazione, nausea, vomito, dolore addominale, diarrea o costipazione. Se si nota uno di questi segnali, è necessario sospendere la somministrazione di cocco all’animale.
In che quantità si può dare il cocco ai cani?
Dato che il cocco è un frutto molto calorico, è importante valutare lo stile di vita del cane per stabilire la giusta quantità da somministrare. Se l’esemplare è giovane e attivo, il suo fabbisogno energetico sarà maggiore rispetto a quello di un cane sedentario e anziano, che potrà quindi consumarne di più. Bisogna anche tenere presente la sua taglia.
Detto questo, la quantità di cocco che ogni cane può mangiare varia a seconda dell’esemplare, ma non dovrebbe rappresentare più del 10% della sua dieta e non dovrebbe mangiarne più di due o tre volte alla settimana.