Il deficit di piruvato chinasi nel gatto è una patologia rara, ma in alcune razze, come il Somalo e l’Abissino, incide con una frequenza del 15-30% in più.
Ma di cosa si tratta esattamente? È una patologia grave? È dolorosa? Scopriamolo!
Deficit di piruvato chinasi nel gatto
Il piruvato chinasi è un enzima coinvolto nella glicolisi, il processo metabolico mediante il quale si ottengono 2 molecole di ATP (ovvero di energia) a partire dalla trasformazione del glucosio in piruvato.
Detto in termini più semplici, questo affascinante e complesso meccanismo è tra le vie principali attraverso le quali le cellule traggono energia per il loro sostentamento e ci permettono di sopravvivere.
Una carenza di piruvato chinasi comporta una distruzione precoce dei globuli rossi e conseguentemente una riduzione del loro numero all’interno del circolo sanguigno: abbiamo dunque quella che viene chiamata anemia emolitica.
Anemia emolitica da deficit di piruvato chinasi nel gatto
Per anemia emolitica si intende una condizione patologica nella quale i globuli rossi vengono distrutti prima di compiere il loro ciclo di vita completo, pari a circa 65-80 giorni nel gatto.
L’anemia nel gatto, così come nell’uomo e nel cane, può essere causata da diversi fattori: molto spesso è di tipo autoimmune, in cui è il sistema immunitario a riconoscere come corpi estranei i globuli rossi e a causarne la distruzione.
Sintomi dell’anemia emolitica da carenza di PK
A prescindere dalla causa scatenante, l’anemia emolitica può manifestarsi in modo molto eterogeneo, talvolta evidente, talvolta priva di sintomi, o anche a carattere intermittente.
Ciò dipende dalla velocità con cui l’animale è in grado di produrre nuovi eritrociti (globuli rossi) e dalla frequenza delle crisi emolitiche.
I sintomi dell’anemia emolitica del gatto sono aspecifici:
- Letargia e stanchezza;
- Carenza di appetito;
- Perdita di peso.
Più raramente anche gonfiore addominale e ittero.
L’ereditarietà della carenza di piruvato chinasi
Il deficit di piruvato chinasi nel gatto è come abbiamo detto un disturbo ereditario, a carattere autosomico recessivo. I genitori del cucciolo colpito saranno sicuramente portatori del gene “difettoso”, anche se in loro la malattia non si manifesta (portatori sani).
Le razze predisposte a carenza di piruvato chinasi
Le razze più predisposte al deficit di piruvato chinasi sono:
- Abissino;
- Gatto del Bengala;
- Domestic Shorthair e Longhair;
- Egyptian Mau;
- LaPerm;
- Maine Coon;
- Gatto delle Foreste Norvegesi;
- Savannah;
- Siberiano;
- Singapura;
- Somalo.
Con frequenza minore anche Esotico, Orientale e Persiano.
Perché è importante conoscere la genetica dei genitori? In particolare, nel Somalo e nell’Abissino esiste una predisposizione concreta allo sviluppo della carenza di PK: ai fini di arginarla, gli allevatori possono effettuare un test diagnostico.
Test genetico per deficit di piruvato chinasi nel gatto
Il test genetico si basa sull’analisi del DNA ottenuto da un campione di sangue o di guancia, che può essere effettuato da un veterinario specializzato.
Grazie al test è possibile diagnosticare la malattia e dunque escludere i gatti affetti dalla riproduzione.
Quando preoccuparsi?
Come abbiamo detto, le conseguenze di questa carenza enzimatica possono avere ampia variabilità a seconda del soggetto.
La malattia è ad insorgenza tardiva, perciò si presenta più frequentemente oltre i 5 anni di età piuttosto che nei primi mesi di vita.
Ciò rende anche più difficile scorgere i sintomi quando il gatto è anziano, e purtroppo la malattia può avere esito letale. Non è escluso però che un gatto con un lieve deficit di PK possa vivere la sua vita tranquillamente senza mostrare sintomi evidenti.
Conoscere intimamente i nostri animali significa poter percepire quando qualcosa non va e poter agire in tempo utile. Il minimo che possiamo fare per ripagare il loro amore incondizionato è dedicargli sempre le meritate attenzioni, il giusto tempo e le cure necessarie.