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Leishmaniosi del gatto

Sai che la leishmaniosi del gatto può non manifestare sintomi?

© Shutterstock / Prisaji

Cos'è la leishmaniosi del gatto? Cura, sintomi e contagio

Di Flavia Chianese Zootecnica

Pubblicato il

La leishmaniosi del gatto, meno conosciuta di quella dei cani, è diffusa e radicata in Italia, ma ancora sotto stimata. Vediamo a cosa stare attenti.

In Italia la leishmaniosi è storicamente endemica, radicata sul territorio e piuttosto diffusa, soprattutto nel meridione. Per questo motivo costituisce un potenziale rischio da cui proteggere i nostri 4 zampe. 

Ma anche i gatti possono contrarre la leishmaniosi? La risposta è sì, seppur con minor frequenza. Facciamo chiarezza sulla leishmaniosi del gatto, i sintomi e quando stare attenti.

Che cos’è la leishmaniosi del gatto?

La leishmaniosi è una malattia causata da un parassita microscopico chiamato Leishmania infantum. Può infettare molte specie, tra cui cani, uomini e gatti

Come si trasmette la leishmaniosi felina?

La malattia viene trasmessa dalla puntura di un flebotomo che agisce da vettore. Il flebotomo in questione è un piccolo moscerino diffuso in tutto il bacino mediterraneo (Spagna, Italia, Grecia, Nord Africa, ecc.) nonché nelle Americhe (Brasile, Stati Uniti, Messico, ecc.), conosciuto anche come mosca della sabbia o pappatacio. 

Che differenza c’è tra la leishmaniosi canina e felina?

La leishmaniosi è molto più rara nei gatti che nei cani. Si pensa che i felini siano più resistenti alla malattia, in realtà è molto probabile che la diffusione nella specie felina sia sottostimata proprio perché il proprietario spesso non si accorge neanche dell’avvenuta infezione. 

Alcuni studi hanno dimostrato la presenza della leishmania tra il 5% e il 25% dei gatti che vivono in aree ad alto rischio. Tuttavia, negli ultimi 25 anni in Europa sono stati segnalati appena un centinaio di casi di leishmaniosi del gatto.

Quando colpiscono i pappataci?

La mosca della sabbia è attiva dalla primavera all'autunno. La maggior parte delle punture avviene al calar della notte, quando la femmina si nutre di sangue. È durante questo pasto di sangue che il parassita può essere trasmesso ai nostri animali domestici, similmente a quanto accade nelle malattie trasmesse dalle zecche.

Cosa succede se il gatto si infetta?

Il sistema immunitario di Micio può essere in grado di contrastare la malattia, divenendo così un portatore sano. Ciò significa che il parassita sarà presente nel suo organismo in una fase di latenza, senza alcuna manifestazione dei sintomi.

Tuttavia alcune malattie infettive come il virus della FeLV o FIV (noto anche come “AIDS del gatto”) possono favorire l’insorgenza e la manifestazione dei sintomi. Allo stesso modo, alcuni trattamenti immunomodulanti possono rivelare una leishmaniosi subclinica.

Un gatto portatore diventa quindi un "serbatoio" di leishmania e le mosche della sabbia possono contaminarsi pungendo il gatto e infettando un altro animale.

Leishmaniosi del gatto: c'è contagio con cane o uomo?

Come abbiamo visto, il parassita può essere trasmesso attraverso la puntura dell’insetto, ma non da gatto a cane o da gatto a uomo. Dunque un felino affetto da leishmania non rappresenta un pericolo diretto per la trasmissione della malattia. 

Come si manifesta la leishmaniosi nel gatto?

I sintomi più comuni della leishmaniosi felina sono delle lesioni cutanee di tipo nodulare (simili a piccole palline) e ulcere (piaghe che non guariscono) sul viso, sulle orecchie o sulla punta delle zampe. I noduli possono essere presenti anche nella bocca ed hanno la tendenza al rigonfiamento. 

Anche se più rari, altri importanti sintomi associati sono:

Come viene diagnosticata la leishmaniosi felina?

Per una diagnosi di certezza sono richiesti esami di laboratorio (esami del sangue) e/o analisi dei tessuti nodulari (da effettuare tramite laboratori specializzati)

Esiste una cura per la leishmaniosi del gatto?

Attualmente non esiste un trattamento validato per la leishmaniosi felina. Si utilizzano farmaci già sperimentati nei cani, come l'allopurinolo. Purtroppo, specialmente nel gatto, queste molecole possono causare effetti indesiderati come l'insufficienza renale, malattia cronica a cui vanno incontro la maggior parte dei felini anziani.

È quindi necessario un attento monitoraggio in base al caso specifico e alle condizioni di salute generali del gatto, valutando attentamente il rapporto rischi-benefici del trattamento.
La terapia in genere fa regredire le lesioni. Tuttavia, l'animale rimane portatore del parassita, diventando un "serbatoio" da cui le mosche della sabbia possono contrarre la leishmania e trasmetterla ad altri animali.

Leishmaniosi del gatto e prevenzione

Per quanto riguarda la prevenzione, non esiste ancora un vaccino contro la leishmaniosi del gatto, disponibile invece per la specie canina. Esistono in commercio antiparassitari per gatti, come i collari, che proteggono da pulci, zecche e pappataci: un deterrente fondamentale per contrastare le punture di insetti e i potenziali rischi a esse associati. 

Attenzione a scegliere sempre prodotti ad hoc per la specie felina: i corrispettivi antiparassitari per cani contengono spesso molecole altamente tossiche per i gatti, come i piretroidi. 

Come proteggere il nostro amico dalla leishmaniosi felina?

Tuttavia esistono ulteriori accorgimenti da mettere in atto per proteggere il nostro animale domestico:

  • Contrastando la diffusione dell'insetto portatore attraverso zanzariere, spray, ecc. e rimuovendo eventuali raccolte di acqua stagnante che ne favoriscono la proliferazione.
  • Tenendo se possibile il gatto in casa la sera e la notte, da aprile a ottobre.

Ricordiamo che la leishmaniosi del gatto è una malattia rara, ma non bisogna abbassare la guardia, soprattutto se si vive nei pressi di zone umide, calde e paludose che rappresentano l'habitat ideale per la mosca della sabbia!

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Articolo scritto in collaborazione con:

Isabelle Vixège
Medico veterinario per Wamiz.com

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